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Il caso

Adinolfi: "Dj Fabo morto? Hitler i disabili li eliminava gratis". Sospeso da Fb

(Fotogramma)
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27 febbraio 2017 | 20.04
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Una nuova bufera si abbatte su Mario Adinolfi e gli costa l'ennesima sospensione da Facebook. A suscitare un coro unanime di polemiche è infatti l'ultimo post - ora scomparso - che il blogger e direttore de 'La Croce' ha pubblicato sul social network: un commento alla morte per eutanasia di Fabiano Antoniani, in arte dj Fabo, che oggi ha scelto di addormentarsi per sempre in Svizzera dopo essersi inutilmente appellato al Parlamento italiano per una legge sul fine vita. Un commento che ha suscitato un vero e proprio putiferio fra gli utenti, che non hanno perdonato al giornalista una frase in particolare: "Volete sfruttare l'onda emotiva per ottenere questa vergogna? Hitler - ha scritto infatti Adinolfi - almeno i disabili li eliminava gratis". Evidentemente contrario alla policy del social, il post è stato poi rimosso e il blogger sospeso da Facebook, dove non potrà più postare aggiornamenti né rispondere ai messaggi privati per un mese. A rendere nota la sospensione di Adinolfi è la moglie Silvia Pardolesi su Facebook, che accusa inoltre il social di "censura".

"Dj Fabo è morto. Ora la nostra domanda è semplice: speculando su questa tragedia, che legge volete? Volete il sistema svizzero - chiedeva questa mattina Adinolfi nel post -, che sopprime un disabile a listino prezzi? Iniezione di pentobarbital, pratiche e funerale, diciottomila euro tutto incluso".

Poi il passo 'incriminato': "Volete sfruttare l'onda emotiva per ottenere questa vergogna? Hitler almeno i disabili li eliminava gratis. No signori, voi non volete davvero dare allo Stato la possibilità di costruire un sistema in cui ci sia una finta "scelta" tra curare i sofferenti con centinaia di migliaia di euro all'anno o finirli con una iniezione di pentobarbital il cui principio attivo costa 13 euro. Non la volete la legge sull'eutanasia che hanno Belgio, Olanda e Lussemburgo che nel 2001 hanno soppresso 60 persone e nel 2016 oltre 15mila e non erano 15mila Dj Fabo. Non fatevi fregare - concludeva Adinolfi -. Non volete l'inferno".

In serata non si placano le polemiche e arriva anche la risposta di Marco Cappato, leader dell'Associazione Luca Coscioni che ha accompagnato dj Fabo nel suo ultimo viaggio: "Le parole di Adinolfi? La differenza - commenta Cappato al TG Zero di Radio Capital - tra un disabile gasato e ammazzato in un campo di concentramento e un malato terminale che sceglie di interrompere quella che considera una tortura non merita nemmeno di essere spiegata".

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