"Noi chiediamo le dimissioni di chi ancora oggi è dentro le aziende di stato. Con la sentenza di primo grado moralmente è inaccettabile per noi familiari che loro siano ancora a guidare questo Paese in aziende di Stato molto importanti". Così i familiari delle vittime della strage ferroviaria del 29 giugno 2009 a Viareggio all'indomani della sentenza del Tribunale di Lucca che ha condannato, tra i 33 imputati, gli ex amministratori delegati di Rfi, Mario Moretti a sette anni di reclusione, e Mario Michele Elia a sette anni e sei mesi.
Ecco cosa accadde la sera della strage
"Chiediamo - hanno detto i familiari delle vittime in conferenza stampa -che rinuncino alla prescrizione se veramente vogliono la verità e se veramente si sentono così non colpevoli. Vedremo se qualcuno nei prossimi giorni rinuncerà alla prescrizione".
I familiari delle vittime della strage di Viareggio, nel corso della conferenza, hanno sottolineato che la sentenza - con cui sono stati condannati anche i responsabili delle aziende tedesche e austriache che dovevano revisionare i carri del treno merci esploso sette anni e sette mesi fa - ha riconosciuto le "gravi carenze" nel sistema della sicurezza e della prevenzione della circolazione ferroviaria per quanto riguarda il trasporto merci.
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Marco Piagentini, presidente dell'associazione che riunisce i familiari delle vittime, ha detto tra l'altro a proposito della richiesta di dimissioni di Moretti, oggi al vertice di Leonardo-Finmeccanica, dove riveste la carica di amministratore delegato (ieri il cda gli ha confermato la fiducia): "Non può essere cavaliere del lavoro uno condannato a 7 anni". "Se vogliamo davvero la verità, i condannati devono rinunciare alla prescrizione. Se dicono di essere innocenti, rinuncino alla prescrizione, lo possono fare", ha affermato Piagentini.
Piagentini, ha poi annunciato che i familiari delle vittime, tramite i loro legali, presenteranno appello per chiedere condanne più dure, in linea con quanto avevano richiesto in sede di requisitoria i pm della Procura di Lucca, Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino. "Con la sentenza di primo grado si chiude la prima fase di questa lunga e penosa vicenda, ma la nostra battaglia continua", ha sottolineato. Ai familiari delle vittime della strage di Viareggio non sono poi piaciute le dichiarazioni dell'avvocato Armando D'Apote, legale di Moretti, che ieri a caldo aveva detto che la sentenza "trasuda di populismo".
"Sono affermazioni che sorprendono, perché sono offensive", commenta Piagentini. Daniela Rombi, vicepresidente dell'associazione 'Il Mondo che vorrei', associandosi alla richiesta di dimissioni degli ex manager: "Questa sentenza segna comunque un punto fermo. Per la prima volta il sistema ferroviario e le società ferroviarie sono state condannate, quindi è stato riconosciuto che c'era un problema di sicurezza. Finora si erano sempre vantati di essere riusciti ad essere assolti o prosciolti in tutti i processi".