"Il terremoto continua a scuotere le nostre terre e accresce nelle persone tensione e paura, incertezza del futuro e scoraggiamento. Tutti, nelle diverse zone della nostra diocesi, abbiamo esperimentato la paura e la precarietà e tanti portano le conseguenze di questi eventi dolorosi. Per questo, sentiamo ancora di più il bisogno di elevare a Dio onnipotente una preghiera accorata e confidente perché si calmino le forze della natura e sia restituito alle nostre popolazioni un tempo di serenità e di pace". Lo afferma l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, che per la giornata di domani, si legge sul Sir, Servizio di Informazione Religiosa, propone agli uomini e alle donne di buona volontà di unirsi a lui per una giornata di digiuno, che culminerà la sera alle 21 in una veglia di preghiera presieduta dallo stesso presule nella palestra dell'Oratorio del Sacro Cuore a Spoleto. La chiesa è inagibile a causa del sisma.
"Nella tradizione cristiana - ricorda l'arcivescovo - il digiuno ha un posto molto importante e particolare: è una privazione che si offre per rendere gradita a Dio la preghiera. Non facciamo digiuno per raccogliere soldi, ma per chiedere al Signore, creatore dell'universo, di intervenire anche sulle forze della natura. Non è Dio che manda il terremoto: ma Lui, che ha dato origine al mondo, regolato poi dalle leggi della natura che fanno il loro corso, può intervenire per il bene del creato. Con questo gesto vogliamo allora chiedere al Signore di avere misericordia di queste popolazioni e di questa terra ferite dal terremoto. Sarà anche un momento che ci aiuta a capire l'essenziale e a renderci conto che non tutto quello che facciamo è necessario".
Il giorno seguente, sabato 28 gennaio alle 15.30, l'arcivescovo Boccardo presiederà una processione penitenziale (momento strettamente legato al digiuno del giorno precedente) intorno alle mura di Norcia con l'immagine della Madonna Addolorata estratta dai Vigili del Fuoco dall’omonima chiesa nel centro della città di S. Benedetto crollata dopo la scossa del 30 ottobre.
Questa immagine, molto venerata a Norcia e invocata anche come protettrice dai terremoti, ora è conservata al deposito del Ministero dei Beni Culturali a Santo Chiodo di Spoleto. "La riporteremo per qualche ora nella sua terra per chiederle protezione sulla gente della Valnerina e liberazione dalla persecuzione del sisma", spiega il presule.