Gli abitanti di Goro e Gorino Ferrarese hanno abbandonato le barricate e sono tornati a casa. Ad assicurarlo è il sindaco di Goro, Diego Viviani. "Il presidio davanti all’ostello ‘Amore-Natura’ non c’è più" spiega. Un presidio durato due giorni, da quando, lunedì notte, gli abitanti della piccola frazione ferrarese sono scesi in strada, erigendo barricate di pallet e bancali, per fermare l'arrivo di 12 profughe che dovevano essere accolte nell'ostello Amore-Natura, requisito dal prefetto di Ferrara Michele Tortora.
Ieri c’è stato l’incontro, durato fino a sera, con il sindaco Diego Viviani, proprio nell’ostello, gestito da Paolo Fabbrini insieme alla compagna Sanela Nikolic e a una cameriera. Dopo il confronto con il sindaco, gli animi si sono calmati e i goresi "hanno capito – spiega Viviani – che non possiamo restare sulle barricate e che può avvenire solo per una reazione di istinto a fatti improvvisi che non si capiscono".
"Ora – dice il primo cittadino all'Adnkronos – tiriamo una riga su quanto è successo. Ci incontreremo e valuteremo insieme che decisioni prendere perché anche Goro possa farsi carico dell’accoglienza ai profughi. I miei compaesani sono disponibili ad accoglierli ma con un coinvolgimento diverso da parte dello Stato, senza sequestri improvvisi di altri alloggi e venendo informati".
"Se fossi stato informato prima dell’arrivo delle profughe - spiega Viviani - avrei potuto preparare i miei compaesani, informandoli a mia volta, e questo non sarebbe successo, ma capisco anche che si verifichino situazioni di emergenza".
Purtroppo le strutture adeguate all’accoglienza, nella piccola frazione del ferrarese, non sono tante. "Valuteremo - spiega Viviani - la disponibilità delle strutture private che finora hanno risposto negativamente ma forse ora riusciremo a coinvolgerle in questo sforzo comune".
Viviani commenta anche l’operato del prefetto Michele Tortora: "Spero che non debba subire delle ripercussioni per la linea di azione che ha scelto. Ha tutta la mia comprensione per aver dovuto affrontare una situazione improvvisa e d’emergenza".
"Alfano chieda scusa per aver detto che quella di Goro 'non è Italia'" è la richiesta che arriva dagli abitanti di Goro e Gorino Ferrarese. "Non siamo razzisti né fascisti" assicurano. Questo, in sostanza, il 'file rouge' che unisce le esternazioni fatte al sindaco dagli abitanti di Goro e Gorino Ferrarese che ieri sera hanno affollato la sala del confronto. La protesta - dicono - è partita per la "totale mancanza di confronto" e per "l’imposizione" di requisire, da un giorno all’altro, le camere dell’ostello, senza avvertire la cittadinanza né sui tempi né sul numero di profughi in arrivo.
Anche il sindaco Viviani non accetta l’etichetta di "razzisti" e "fascisti" data ai suoi compaesani. "Il paese era solo spaventato e inconsapevole - dice all'AdnKronos - Si tratta, invece, di persone molto generose e accoglienti. Hanno accolto tanti bambini che arrivavano qui per rifugiarsi dalla guerra nell’ex Jugoslavia. Li hanno ospitati direttamente a casa propria, anche per anni, e qualcuno è rimasto a vivere qui. Non meritano l’etichetta di ‘razzisti’ o ‘fascisti’".