Sfortunato e con la mania del 'grattino', ha comprato 255 tagliandi in un anno, ma non ha mai incassato un soldo. Ha fatto causa, allora, alle Lotterie Nazionali e questa volta ha vinto. Il giudice di pace di Vallo della Lucania nel salernitano gli ha dato ragione. Secondo la sentenza contro il 29enne dovrà essere rimborsato della somma spesa per i tagliandi, circa 3mila euro, perché non riportavano, come previsto dal decreto Balduzzi, né le probabilità di vincita né le avvertenze sul rischio della dipendenza dal gioco. Pertanto i contratti di acquisto, stabilisce il giudice, possono essere ritenuti nulli.
"Abbiamo gìà avuto una decina di sentenze favorevoli con il rimborso dei soldi spesi, non conta il numero di tagliandi acquistati, ne bastano anche 2 o 3 'non a norma'" spiega all'Adnkronos l'avvocato Paolo Siniscalco da 4 anni impegnato nella battaglia contro la ludopatia insieme all'Unione per la Difesa dei Consumatori (U.di.Con.). "In tutto nella nostra zona sono partite 40 cause, attendiamo gli esiti che finora sono stati favorevoli. Ma ci stiamo anche allargando al Nord, a Roma e a Bologna".
Se qualcuno sta già pensando di farsi 'rimborsare' di qualche Gratta e Vinci poco fortunato, sappia però, precisa l'avvocato Siniscalco, "che nel frattempo, in seguito alle sentenze, i tagliandi sono cambiati e ora riportano la dicitura prevista dalla legge. Molti, ma non tutti". "Ce ne sono ancora in giro - conclude il legale - tanti non adeguati alla normativa di prevenzione della ludopatia che, lo ricordo, è una vera e propria malattia. Una patologia che può portare intere famiglie sul lastrico".