Anno nuovo problemi vecchi e, se possibile, a volte aggravati. Come ad esempio il sostegno agli alunni disabili, a molti dei quali verrà negato il diritto ad essere seguiti da un insegnante specializzato. A lanciare l'allarme il Coordinamento familiari disabili gravi e gravissimi che si chiede se "non esista anche un algoritmo per il mancato rispetto dei diritti umani".
"Malgrado le tranquillizzanti promesse del ministro Giannini di un avvio regolare del nuovo anno scolastico, grazie proprio alla recente riforma pomposamente chiamata “Buona Scuola”, ad oggi, - denunciano all'Adnkronos Chiara Bonanno e Evelina Chiocca, rispettivamente vice presidente e Consulente per la scuola del Coordinamento - si registrano numerose carenze, soprattutto per quanto riguarda la presenza del personale scolastico. Molte classi sono in attesa che vengano nominati i docenti sia di posto comune che di sostegno. Ad oggi, in molte regioni, non è ancora pronto l’elenco dei docenti specializzati (organico di sostegno)".
"Nel Lazio, per esempio - spiegano - in cui il concorso è terminato con gli orali di luglio (e ci sono Regioni in cui gli insegnanti devono ancora sostenere gli orali), l’elenco non è ancora stato predisposto, anche se indiscrezioni lasciano trapelare che proprio ieri, primo giorno di scuola, abbiano iniziato a lavorarci. E pare, sempre, che “forse” tale elenco sarà disponibile per lunedì prossimo. Nel frattempo le classi restano in attesa… Lecito chiedersi - sottolineano Bonanno e Chiocca - come mai abbiano iniziato ad elaborare i dati solo a metà settembre, visto che erano disponibili dal mese di luglio!".
Secondo le responsabili del Coordinamento la questione "più paradossale e assurda, tuttavia, riguarda la cosiddetta 'graduatoria di utilizzazione', valida per tutto il territorio nazionale, istituita ad hoc dopo il piano straordinario di mobilità, successivo a quello di assunzioni dello scorso anno della 'Buona Scuola'. Questa graduatoria - spiegano - prevede che i docenti assunti con la 'Buona Scuola' possano chiedere l’assegnazione provvisoria per potersi avvicinare, o restare, nel proprio luogo di residenza. Una misura di clemenza varata in seguito alle numerose proteste sollevate dagli insegnanti, indignati per un’assunzione a tempo indeterminato che li costringeva a spostarsi di regione definendo questa operazione 'deportazione'".
"Nel frattempo, però - proseguono Bonanno e Chiocca - a questi insegnanti desiderosi del “posto fisso sotto casa” e che tanto hanno protestato è stato concesso di poter ottenere, previa richiesta di assegnazione provvisoria, un “posto su sostegno”. L’idea, da quanto si è letto in questi mesi sui social, è scaturita proprio dagli insegnanti, che hanno pensato al sostegno come “ultima spiaggia”. E, in attesa di conoscere l’esito dell’assegnazione provvisoria - lamentano - molti di questi lavoratori, che fino a ieri protestavano per essere assunti in ruolo, si sono messi in malattia o, nel migliore dei casi, hanno richiesto l’aspettativa, impedendo ai Dirigenti Scolastici, almeno per i casi nella prima situazione, di poter ricorrere ad una loro sostituzione con la nomina di supplenti".
In genere le operazioni dell’assegnazione provvisoria vengono espletate in tempo utile per procedere poi alle nomine annuali e consentire un corretto inizio di anno scolastico. "Come mai, invece - chiedono Bonanno e Chiocca - a metà settembre non sono non sono state effettuate tali operazioni e ad oggi non è ancora pronta la “graduatoria” che consenta di dare il via all’iter? Perché sarà pronta solamente alla fine del mese di settembre? Come mai non si è cercato di chiarire la posizione dei trasferimenti PRIMA dell'inizio dell'anno scolastico?".
"Questo modo di fare - denunciano le due rappresentanti del Coordinamento famiglie disabili gravi e gravissimi - oltre a creare un grave danno al diritto inviolabile all'istruzione degli alunni con disabilità, e di tutti gli alunni, alla fine lede la posizione degli stessi insegnanti perché abusare del diritto all'assenza per malattia provoca, com'è già successo, un inevitabile inasprimento delle condizioni di accesso alle cure da parte del lavoratore che ne ha veramente bisogno".
Secondo il Coordinamento "è evidente che l'intero e attuale sistema di gestione organizzativa che deve assicurare il diritto all'istruzione degli alunni con disabilità non è in alcun modo legato alla tutela dei loro diritti, a partire da quelli minimi e irrinunciabili".
L'Ufficio Scolastico Regionale, che quest'anno ha rigettato gran parte delle richieste di potenziamento degli organici delle scuole di Roma e Provincia, spiegano ancora Bonanno e Chiocca, "utilizza per le assegnazioni dei posti di sostegno destinati agli alunni certificati con gravi disabilità, la seguente procedura: le richieste per le assegnazioni in deroga vengono inviate al MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze, che stabilisce un algoritmo con un fattore di conversione allo 0.75.Ma come è possibile? Come avviene? In pratica a tutti gli alunni ai quali dovrebbero essere riconosciute ore in deroga, come indicato nel rispettivo Piano Educativo Individualizzato (PEI), di fatto vengono decurtate un quarto delle ore spettanti".
"Dopo questa operazione - proseguono - i ragionieri del MEF inserirebbero alcune “variabili”, che prendono in considerazione eventuali incrementi di ore, riconosciute da sentenze giudiziali: quelle stesse sentenze ottenute da quei genitori costretti a rivolgersi ai Tribunali per vedere riconosciuto il diritto/dovere dei propri figli alla frequenza scolastica. Altre variabili, inserite nell’algoritmo, riguardano le certificazioni di cecità e condizioni particolari (patologie aggiuntive) oltre a segnalazioni specifiche, comunicate dai singoli Istituti Scolastici".
"Ed ecco - spiegano ancora Bonanno e Chiocca - a questo punto, la “somma”, ovvero il calcolo definitivo che fa uscire dal cilindro un “monte ore” inferiore a quello richiesto da ciascuna scuola, riservando al Dirigente Scolastico il ruolo di “moltiplicatore i pani e i pesci” e di 'saziare tutti'. Sarà pertanto il Dirigente Scolastico che, in ultima istanza, dovrà decidere chi miracolare con le ore di sostegno assegnate e chi sacrificare ai numeri del MEF".
"Ancora una volta - stigmatizzano - i diritti degli studenti con disabilità vengono stritolati e frantumati da logiche ragionieristiche, che non hanno alcun riferimento normativo e che non tengono minimamente conto del 'diritto soggettivo'; in particolare ignorano tanto la normativa sull’integrazione scolastica, quanto la Costituzione, fino alla stessa Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Alla luce delle rivelazioni di cui sopra - concludono Bonanno e Chiocca - sorge spontaneo il dubbio: chissà che non esista un algoritmo anche per il mancato rispetto dei diritti umani!".