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Terremoto, i morti sono 281. Suolo giù di 20 cm ad Accumoli

(Foto della Polizia)
(Foto della Polizia)
26 agosto 2016 | 07.18
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Continua ad aggravarsi il bilancio del violento terremoto che ha colpito il Centro Italia. I morti accertati sono ora 281 e i feriti ospedalizzati 388. In particolare, si aggrava il numero delle vittime ad Amatrice, diventate 218, mentre 11 sono i morti accertati ad Accumoli e 49 quelli di Arquata del Tronto. Mentre, riferisce sempre la Protezione civile, sono circa 2.500 le persone rimaste senza casa.

Nuove scosse e nuovi crolli - Nella notte tra Umbria, Lazio e Marche si sono avvertite nuove scosse. La più forte, registrata dall'Ingv questa mattina alle 6.28 sempre nella zona di Rieti già colpita duramente dal sisma del 24 agosto, ha avuto una magnitudo 4.8. La forte scossa avvertita ad Amatrice è avvenuta a una profondità di 11 km. Altre scosse di magnitudo inferiore continuano ad essere registrate anche questa mattina . E nuovi crolli sono avvenuti ad Amatrice dopo la forte scossa. Nei crolli, a quanto si apprende, non risultano coinvolte le squadre dei vigili del fuoco che stanno continuando a scavare tra le macerie nel paese duramente colpito dal sisma. "Dall'inizio di questa sequenza - ha aggiunto - l'Ingv ha registrato 928 scosse. Solo dalla mezzanotte di oggi se ne sono avute 57 e tra questo quella 4.8 delle 6.28 di questa mattina".

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Sono 2100 i posti letto occupati dagli sfollati nelle tendopoli allestite nel Lazio e nelle Marche subito dopo il sisma. La disponibilità di posti letto attualmente è di 3500 ma potrebbe aumentare in base alle necessità, soprattutto nel corso della notte. Dei 2100 gli sfollati nelle tendopoli allestite dalle unità mobili delle varie regioni e dalle associazioni di volontariato, 653 hanno passato la notte nel Lazio, 920 nelle Marche e 600 in Umbria. Le associazioni di volontariato presenti sul territorio sono la Cisom, l'Anpas e l'associazione Misericordie.

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Il Ponte 'A tre occhi' sulla strada regionale 260 che porta ad Amatrice - ha informato Postiglione - è stato chiuso perché danneggiato. "Danno che si è acutizzato dopo la scossa di questa mattina", ha spiegato. Al momento si sta cercando una soluzione alternativa perché "è un ponte molto importante per il trasporto, per la movimentazione dei soccorritori. Sul posto ci sono il gestore della strada, i vigili del fuoco, le forze del Genio dell'esercito italiano per valutare la situazione e capire quale soluzione è possibile".

Accumoli, suolo abbassato di 20 cm - Ricercatori del Cnr e Ingv hanno individuato la faglia sorgente del sisma di Amatrice, analizzando i movimenti permanenti del terreno individuati con il satellite giapponese ALOS 2. È stato evidenziato un abbassamento del suolo a forma di cucchiaio, con un valore massimo di circa 20 centimetri nell’area di Accumoli. La faglia sorgente del terremoto di Amatrice si colloca a pochi chilometri di profondità nella zona compresa tra Amatrice e Norcia.

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Funerali - Si terranno domani alle 11,30 ad Ascoli Piceno i funerali delle vittime marchigiane. Alla cerimonia nella palestra di fronte l'obitorio di Ascoli parteciperà anche il capo dello Stato Sergio Mattarella. A celebrare i funerali sarà il vescovo di Ascoli monsignor Giovanni d'Ercole. In concomitanza col rito, il presidente del Consiglio ha proclamato una giornata di lutto nazionale con l'esposizione di bandiere a mezz'asta sugli edifici pubblici dell’intero territorio italiano. Lo comunica in una nota Palazzo Chigi. A quanto apprende l'Adnkronos, domani il premier Matteo Renzi sarà ad Ascoli Piceno per assistere ai funerali.

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Intanto, il Cdm ha deliberato "lo stato di emergenza e i primi 50 milioni di euro per i primi interventi necessari, il blocco delle tasse che - ha detto il premier Matteo Renzi - il ministro Padoan si accinge a firmare: tutte misure iniziali ma che sono il primo segno di attenzione per i territori terremotati". "Prima di essere dei politici, siamo degli uomini. Per questo ora diamo la priorità al dolore e alle lacrime" ha detto Renzi. Dolore, lacrime, ma anche "grande orgoglio" per la "straordinaria reazione popolare", che c'è stata, "in Italia e anche all'estero". "E' stata una gigantesca calamità naturale'', ma ora "la priorità di questo governo è la ricostruzione".

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Per quanto riguarda i tempi della ricostruzione assicura:"Vogliamo procedere il più veloce possibile". "L'Italia non deve avere una concezione solo emergenziale. Nella gestione dell'emergenza siamo i più bravi del mondo, ma non basta. Adesso serve un salto di qualità per affermare la cultura della prevenzione".

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"No a città nuove, i paesi rinascano dov'erano". Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, boccia il modello delle new town inaugurato a L'Aquila dopo il sisma del 2009 e, in un'intervista al Corriere della Sera, si dice certo che "i sindaci preferiranno ricostruire il proprio paese lì dov'era, non abbandonare quello vecchio per farne uno nuovo da un'altra parte. Sono stato sindaco, come Matteo Renzi. E le nostre città sono la nostra storia, tanto più in quei piccoli borghi che rappresentano il cuore dell'Italia. La gente che vive lì va ascoltata, il governo non forzerà la mano".

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