Si stanno muovendo rapidamente i geologi del Consiglio Nazionale dei Geologi (Cng) che si sono messi a disposizione delle istituzioni per verificare lo stato del territorio nelle aree del Centro Italia colpite dal terremoto. "Dopo un terremoto ci sono rischi residui e rischi indotti dal sisma e, fra questi, quelli che ci preoccupano di più sono l'elevato rischio frane ed il rischio di sprofondamenti" anticipa all'Adnkronos il geologo Raffaele Nardone, raggiunto telefonicamente mentre si sta recando ad Amatrice proprio per osservare lo stato del territorio. "La Protezione Civile attiverà direttamente questi controlli, noi andiamo a sostegno delle verifiche dello stato dei territori colpiti" spiega Nardone.
"Dopo un terremoto c'è il rischio di sprofondamenti del territorio perchè nel suolo esistono cavità che vengono danneggiate a causa delle scosse. Questi danni provocano fratture nella roccia ed il rischio conseguente di vedere la terra sprofondare. Una situazione che rimanda al rischio di ulteriori crolli, ulteriori danni e possibili ulteriori vittime" spiega ancora il geologo Nardone che, come tutti i geologi del Cng, ha inviato la lettera di "messa a disposizione" presso la Protezione Civile per interventi di supporto relativi al controllo del suolo e del territorio.
A preoccupare i geologi del Cng, inoltre, è anche l'alto rischio frane dopo un sisma. "Andiamo a verificare possibili frane indotte dalle scosse. Dopo un sisma, infatti, frane in equilibrio, e rimaste tali dopo la scossa principale, possono essere riattivate sotto la sollecitazione delle ripetute repliche" spiega ancora Nardone. Le scosse di assestamento, che al momento stando ai dati dell'Ingv sono già arrivate a 470 nell'area colpita dal sisma del centro Italia, "provocano ulteriori sollecitazioni al terreno con incremento del rischio di crolli anche gravi" incalza il geologo.
Per questo, anticipa ancora Nardone, "ora andiamo ad Amatrice anche per aiutare nella verifica dello stato di stabilità di viadotti, ponti ed edifici, proprio controllando lo stato del terreno su cui poggiano queste strutture". Frane e sprofondamenti, aggiunge il geologo, potrebbero "intralciare i soccorsi e la gestione degli interventi" e la "Protezione Civile avvierà l'attività di verifica del territorio con ingegneri, architetti ed esperti e noi siamo pronti ad affiancarli".