Dopo la paura, il freddo. Per molti sfollati dalle aree colpite dal terremoto, si calcola siano almeno 2.500, è stata una notte trascorsa in tenda (Guarda le foto). E se la maggior parte della popolazione ha preferito lasciare le zone devastate dal sisma, è stato comunque necessario per la macchina organizzativa dei soccorsi assicurare l'accoglienza per molte persone che hanno visto la loro casa distrutta.
Tra questi Dinushi Fezaran, 53 anni, albanese, in Italia dal 1997. La sua abitazione, a Grisciano (Rieti), dove è stato allestito un campo attrezzato con 20 tende, è stata fortemente lesionata. "Lì non posso più viverci, non so se ci tornerei. Ho trovato ospitalità nella tendopoli allestita a Grisciano, in qualche modo la notte è passata. Il vero problema è stato il freddo, non è stato facile con questa umidità. Dal punto di vista dell'assistenza, invece devo dire che tutti i volontari e le strutture che si sono mobilitate ci hanno fornito acqua, cibo e coperte, quello di cui avevamo bisogno".
Il pensiero di Dinushi va ora agli animali, mucche, pecore e cavalli, che accudiva quotidianamente in un agriturismo nelle vicinanze nel quale lavora da anni. "So che la struttura ha avuto danni, spero che gli animali stiano bene. Appena ne avrò la possibilità andrò a verificare di persona. E' un'azienda agricola situata a qualche chilometro da qui e come tutte le case qui intorno è stata danneggiata dal terremoto".