La polizia ha eseguito nei confronti di Giuseppe Pellicanò il fermo di indiziato di delitto disposto dai Pm Gatto e Ramondini per il reato di strage. L'accusa è quella di aver compiuto, al fine di uccidere la moglie Micaela Masella e le due figlie, ''atti tali da porre in pericolo la pubblica incolumità''.
Atti consistiti nello scollegamento del rubinetto dell'impianto del gas dal flessibile dei fornelli, causando così la fuoriuscita del gas sino al momento dell'esplosione avvenuta in una palazzina di Milano il 12 giugno scorso alle 8.45 e da cui è derivata la morte di tre persone. L'uomo, dimesso contestualmente dal Niguarda, è stato condotto dalla Squadra Mobile a San Vittore.
A seguito dell'esplosione sono morti la moglie di Pellicanò, Micaela Masella, e due vicini di casa, Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa, 27 anni. Le due figlie dell'uomo, di 7 e di 11 anni, sono rimaste ustionate.