Mario Adinolfi all'attacco sui falsi manifesti apparsi a Torino quest'oggi che lo ritraggono nudo per la campagna pubblicitaria di un immaginario profumo, l''Eau Di Nolfi' griffato D&G. "Sono fatto oggetto di un'incredibile campagna di affissione firmata Dolce&Gabbana, che mi auguro non abbiano nulla a che fare con questo scherzo di cattivo gusto, grave perché utilizza il mio volto e il mio corpo nudo. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, ha qualcosa da dire?", scrive infatti in una nota il direttore de La Croce e fondatore del Popolo della Famiglia per il quale è candidato a sindaco di Roma.
"Ormai - continua Adinolfi - l'assalto è a raffica, evidentemente il Popolo della Famiglia ha toccato nervi scoperti: ieri l'annuncio di un esposto alla procura della Repubblica di Genova da parte del compagno di Sergio Lo Giudice per immaginarie frasi "omofobe" evidentemente non citate nell'esposto stesso (non ne esistono), pochi giorni prima la richiesta del Gay Center di impedire addirittura la presentazione delle liste del Popolo della Famiglia perché il simbolo anch'esso "omofobo", ora l'affissione irridente mai vista nei confronti di un esponente politico. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intende far rispettare il diritto a una competizione democratica serena o l'assalto al Pdf e ai suoi candidati può proseguire senza che nessuno abbia nulla da ridire?".
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"Io - spiega ancora il direttore de La Croce - vorrei parlare dei problemi concreti della città che mi sono candidato a governare, della decisione annunciata oggi dal movimento Romani Per Bene di confluire nelle liste del Popolo della Famiglia, dell'assemblea nazionale del Pdf che terremo domani dalle 15 al Palazzetto delle Carte Geografiche di via Napoli 36 a Roma. Invece devo passare le giornate a difendermi dagli assalti violenti di un segmento dell'associazionismo Lgbt. Si tratta di una intollerabile lesione della democrazia", conclude.
|@FNall segnala che a Torino, in regolari spazi pubblic., si trovano questi manifesti. Chi sa qualcosa? @nonleggerlo pic.twitter.com/3lWx0lMTfw
— Paolo Armelli (@p_arm) 10 Marzo 2016