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8 marzo: test Hpv solo per 3 donne su 10, gratis al Cdi

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04 marzo 2016 | 16.40
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Il Papillomavirus umano è il primo responsabile del cancro al collo dell'utero, ma solo 3 donne su 10 si sono sottoposte nella vita al test per la ricerca dell'Hpv. E' quanto emerge da un'indagine promossa dal Centro diagnostico italiano, che per la festa dell'8 marzo regala la possibilità di sottoporsi all'esame, gratis su prenotazione. "L'iniziativa nasce dalla volontà di ricordare a tutte le donne l'importanza della prevenzione", dichiara Diana Bracco, presidente e amministratore delegato del Cdi. In caso di test positivo, è prevista un'azione di counselling da parte del ginecologo che richiamerà personalmente la paziente. L'analisi potrà essere effettuata nelle sedi Cdi di Milano e di Cernusco sul Naviglio, prenotando al numero 02-48317311.

"Nei nostri poliambulatori - sottolinea Diana Bracco - le persone trovano tecnologie che, con forti investimenti, da 40 anni manteniamo costantemente all'avanguardia, e si sentono coccolate da medici e personale di prim’ordine. Oggi il Cdi può contare su una straordinaria comunità scientifica composta da oltre 700 medici e specialisti. La nostra stessa organizzazione per isole tematiche, a partire da quella pensata per le donne, è plasmata sulle esigenze dei pazienti".

La presa in carico della paziente è al centro del nuovo servizio del Cdi, chiamato 'Percorso Donna': un check up personalizzato al femminile, suddiviso in 4 fasce di età (adolescenti, under 40, 40-50 anni, over 50), perché ad ogni periodo di vita corrispondono peculiari patologie e quindi visite e approfondimenti specifici. Un ginecologo tutor segue la paziente per l'intero iter diagnostico, dal primo contatto telefonico agli accertamenti eventualmente necessari, restando sempre disposizione via email. Per facilitare il dialogo, inoltre, il Cdi ha pensato di strutturare il percorso inserendovi medici quasi esclusivamente donne. 'Camici rosa' dedicati. Infine, per venire incontro alle donne che lavorano, visite ed esami sono concentrati nell'arco di 4 ore al massimo, all'interno di un'unica sede Cdi.

La sigla Hpv - ricorda una nota dal Cdi - raggruppa in realtà una famiglia di virus che infettano le cellule che ricoprono la superficie di pelle e mucose, quali i tessuti di rivestimento di bocca, gola, cervice, vulva, vagina e ano. Si conoscono oltre 120 tipi diversi di Papillomvirus umano, ma solo alcuni, circa 13 tra i 40 che colpiscono le zone genitali, sono responsabili del tumore della cervice uterina e pertanto vengono chiamati ceppi ad alto rischio.

Nella maggior parte dei casi l'infezione da Hpv passa inosservata poiché non provoca effetti di rilievo e spesso si risolve senza che la donna se ne sia accorta. Nel 70-90% dei casi, infatti, il sistema immunitario dell'organismo riesce a debellare il virus spontaneamente nel giro di 2 anni. Quando però l'infezione da parte di un ceppo ad alto rischio persiste e non viene trattata, in un tempo stimato anche di 5 anni può dare origine a lesioni cellulari precancerose che possono guarire spontaneamente o, raramente, evolvere in tumore anche a distanza di 20 anni. L'Hpv-test consiste in un semplice prelievo di una piccola quantità di cellule dal collo dell'utero.

In generale, dalla ricerca del Cdi le donne si rivelano sensibili al tema della prevenzione: il 42,1% si è sottoposta alla prima visita ginecologica tra i 18 e i 20 anni, e il 50% preferirebbe un ginecologo donna. Appare invece una leggera confusione sulla periodicità raccomandata per la mammografia: ogni anno secondo il 48,1% e ogni 2 per il 45,3%. Nonostante questo dubbio, il 48,6% delle intervistate conviene che andrebbe fatta regolarmente a partire dai 40 anni.

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