Si attende l'esito dell'autopsia per fare luce sulla morte della donna di 35 anni, dipendente della Casa di Santa Marta, residenza di Papa Francesco, trovata senza vita nella sua abitazione non lontana da via della Pisana a Roma, il 19 febbraio scorso. La donna, nata in Italia da genitori eritrei, che era incinta e soffriva di diabete, è stata trovata intorno alle 20.30 dai carabinieri della stazione di Bravetta, che sono entrati nell'appartamento insieme con i vigili del fuoco intervenuti per aprire la porta chiusa dall'interno.
Gli investigatori dei carabinieri del Nucleo investigativo di Via In Selci indagano al momento a 360 gradi, senza escludere nessuna ipotesi. Importante per ricostruire quanto accaduto sarà la causa della morte. Sul corpo non sono stati trovati segni evidenti di violenza. Analisi saranno eseguite anche sul feto.
Gli investigatori hanno sentito diversi testimoni, tra familiari, amici e conoscenti. Una circostanza che insospettisce gli investigatori è il fatto che la donna era morta da diversi giorni ma, nonostante fosse incinta e affetta da una patologia, nessuno si era accorto dell'accaduto. A stabilire il giorno esatto della morte sarà l'autopsia.
'Il Messaggero' riferisce che la donna si chiamava Miriam Wuolou ed era incinta al settimo mese. Papa Francesco, secondo quanto riporta il quotidiano romano, conosceva personalmente l'impiegata e pare sia rimasto molto colpito dalla sua morte. Miriam Wuolou, si legge sempre su 'Il Messaggero', era sposata ma sembra che non vivesse con il marito. L’uomo, interrogato, non sapeva nulla della morte della moglie.