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Sanità: in dipartimenti prevenzione troppi operatori anziani e meno risorse

Sanità: in dipartimenti prevenzione troppi operatori anziani e meno risorse
25 novembre 2015 | 13.53
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Come lavorano in Italia i Dipartimenti di prevenzione? Che tipo di attività svolgono? Quali possono essere le misure ottimali per far muovere al meglio queste importanti strutture della sanità pubblica? A fotografare questa realtà è l'Osservatorio italiano prevenzione (Oip), giunto alla sua terza rilevazione nel 2015, dopo le precedenti edizioni 2011 e 2012. L'indagine ha coinvolto quasi 100 dipartimenti italiani, più del 60% delle strutture dedicate alla prevenzione nel nostro Paese.

Dall'analisi - illustrata oggi a Roma - emergono gli sforzi per favorire la diffusione delle vaccinazioni e le attività di promozione della salute e di educazione sanitaria. Ma esistono anche alcuni aspetti che vanno affrontati al più presto. Ad esempio l'elevata prevalenza di operatori anziani, la carenza di certificazioni e metodi di accreditamento regionale e di sistemi di gestione della qualità, la bassa diffusione di strumenti di misurazione delle attività effettivamente realizzate.

In più gli operatori denunciano la riduzione delle risorse dedicate a questo settore, un'attività sempre più burocratizzata e la necessità di disporre di strumenti di comunicazione esterna e interna che siano in grado di dare risposte ai bisogni dei cittadini e degli operatori stessi.

L'Oip è frutto dell'impegno della Fondazione Smith-Kline ed è realizzato in collaborazione con Siti (Società italiana di igiene), Snop (Società nazionale operatori della prevenzione nei luoghi di lavoro) e Simevep (Società italiana medicina veterinaria preventiva). E' stato attivato nel 2010 con lo scopo di contrastare la 'babele delle lingue' generata dalla presenza di assetti organizzativi differenti nelle differenti Regioni.

L'obiettivo del lavoro degli esperti è stata la valutazione dei diversi modelli organizzativi per proporre una configurazione unitaria dei Dipartimenti di prevenzione, partendo dagli orientamenti degli operatori. Si ipotizza un recepimento a livello ministeriale, per un lavoro a livello nazionale sui dipartimenti per definire modelli organizzativi, indicatori e standard, valutazione della performance sanitaria, benchmarking tra Asl, confronto stabile dei diversi Piani regionali della prevenzione.

"Penso che questo strumento - dice Carlo Signorelli, presidente Siti, riferendosi all'Oip - ci possa permettere di migliorare i dipartimenti, anche in termini di rafforzamento sia organizzativo che 'politico' e istituzionale, consentendo la massima partecipazione da parte degli operatori italiani. Il tutto, attraverso l'utilizzo di strumenti di valutazione qualitativa e di rilevazione quantitativa di tutte le attività di prevenzione svolte nel Ssn". L'Osservatorio "rappresenta un valido supporto per contribuire a colmare diverse lacune: la mancanza di una 'anagrafe' istituzionale della prevenzione italiana, di modalità di governance condivise al suo interno, di modelli organizzativi comuni, di momenti stabili di confronto".

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