"Sta assumendo i contorni di una farsa la vicenda legata alle dimissioni del sindaco di Roma, Ignazio Marino, che ieri, con una mossa in verità non del tutto inattesa, ha ritirato la lettera con cui lo scorso 12 ottobre aveva rinunciato al suo incarico". Così l'Osservatore Romano, in un articolo dal titolo "Roma attende di conoscere il suo futuro", commenta il dietrofront del primo cittadino della Capitale sottolineando come "al di là di ogni altra valutazione - resta il danno, anche di immagine, arrecato a una città abituata nella sua storia a vederne di tutti i colori, ma raramente esposta a simili vicende".
"Marino - riporta poi il quotidiano della Santa Sede - ha motivato la scelta, chiedendo un confronto in aula con la maggioranza che lo ha sostenuto nei due anni della sua amministrazione. Ben sapendo, tuttavia, che una maggioranza disposta a sostenerlo non esiste più. Tanto è vero che, dopo una lunga riunione svoltasi ieri sera nella sede del Pd, sono attese per oggi le dimissioni di almeno 25 consiglieri capitolini, dimissioni che, salvo ulteriori sorprese, dovrebbero portare allo scioglimento immediato del Consiglio comunale e dunque al decadimento di sindaco e giunta".
"Ha avuto intanto conferma la notizia che Marino è indagato per peculato in merito alla vicenda degli scontrini. Ieri la Procura di Roma ha invece smentito la notizia - fatta circolare dai legali del sindaco - della richiesta di archiviazione dell’inchiesta su una onlus fondata proprio da Marino", conclude l'articolo.