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Mostro Foligno: fine pena per Chiatti, ma non torna libero/Adnkronos

Il mostro di Foligno è stato trasferito in una Residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza

Mostro Foligno: fine pena per Chiatti, ma non torna libero/Adnkronos
04 settembre 2015 | 15.03
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Fine pena per Luigi Chiatti, condannato per gli omicidi dei piccoli Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci di 4 e 13 anni, uccisi negli anni '92 e '93. Ma il mostro di Foligno non torna in libertà: dichiarato ancora '"socialmente pericoloso", come previsto nella sentenza di condanna, dovrà trascorrere altri tre anni in una struttura. E' massimo riserbo sulla destinazione, con tutta probabilità una Rems, Residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza.

La vicenda del mostro di Foligno ha inizio il 4 ottobre del 1992 con la scomparsa di Simone Allegretti, un bambino di 4 anni che abitava nella frazione folignate di Maceratola. Il 6 ottobre del 1992 il bimbo viene ritrovato morto in una fossa nella zona tra Scopoli e Casale, sempre nei dintorni di Foligno. Poco prima del ritrovamento un agente della polizia ferroviaria scopre in una cabina pubblica un biglietto con scritto: ''Sono il mostro. Attenzione. Il corpo privo di vita di Simone, completamente nudo e senza orologino lo troverete tra Scopoli e Casale''. Nello stesso biglietto il mostro chiede aiuto annunciando che 'colpirà ancora''.

L'autopsia rivela che Simone Allegretti è morto per asfissia da soffocamento e non presenta segni di ''violenza carnale tipica''. Il 7 ottobre del 1993 viene trovato un altro cadavere: è un bambino di 13 anni, Lorenzo Paolucci, il cui corpo viene scoperto in una località di montagna tra Foligno e Casale, dove il ragazzino era andato a passare le vacanze a Casale, nella abitazione dei nonni materni.

Il 25enne confessa il delitto di Lorenzo, 'ero invidioso di lui'

Lo stesso giorno la questura di Perugia conferma che presso il commissariato di polizia di Foligno si trova una persona che viene interrogata e sul conto della quale sono in corso accertamenti. Le tracce di sangue del piccolo portano fino alla villetta del giovane fermato. Si tratta di un villino a soli 100 metri dal luogo dove e' stato trovato il cadavere di Lorenzo, con la testa fracassata, maglietta e pantaloncini insanguinati, in una radura ai margini del bosco.

L'indagato è Luigi Chiatti, 25 anni, geometra, figlio adottivo di un medico generico molto noto a Foligno. L 'uomo, dopo un interrogatorio, l'8 agosto del 1993, confessa di avere ucciso il piccolo Lorenzo Paolucci. ''Era più bravo di me - disse agli inquirenti - ed ero invidioso di lui. Era timido come me, Lorenzo, ma sapeva instaurare degli ottimi rapporti con gli altri ragazzi: e poi era bravissimo con il mio computer''. A quanto si apprenderà poi, Lorenzo conosceva il suo assassino.

Il giorno dell'omicidio, dopo aver fatto i compiti a casa di una cugina, verso le 11.30 era uscito in bicicletta e si era recato nel villino dei Chiatti, dove c'era soltanto Luigi. Qui l'omicidio e il corpo del bambino trascinato a qualche chilometro di distanza. Poco dopo nuova svolta. A Chiatti viene notificata un'informazione di garanzia anche in relazione all'omicidio di Simone Allegretti. Il 10 agosto il geometra folignate confessa anche il primo omicidio.

Nel 1994 viene condannato a due ergastoli

Racconta di aver visto Simone mentre giocava vicino alla sua abitazione di Maceratola e di averlo invitato a salire in automobile, di averlo portato a casa sua e di averlo ucciso per poi abbandonarlo in una scarpata. Il Tribunale di Perugia convalida il fermo per l'uccisione di Lorenzo. L'imputazione e' quella di omicidio per motivi futili e abbietti, occultamento di cadavere e altro. Il 4 novembre del 1993 un ordine di cattura in relazione all'uccisione di Simone Allegretti gli viene notificato in carcere.

Otto i capi di imputazione per i quali viene chiesto il rinvio a giudizio: in primo luogo per duplice omicidio volontario aggravato. Il pm chiede inoltre di processare l'imputato per il sequestro del piccolo Simone, per i presunti atti di libidine compiuti su di lui e per l'occultamento dei cadaveri delle vittime. Il 9 maggio 1994 i risultati della perizia vengono consegnati al giudice: ''Chiatti e' capace di intendere e di volere''. Ai periti il 'mostro' dichiara di non essere pentito e di ''avere paura'', se dovesse uscire, ''di rifarlo di nuovo''.

Il primo dicembre 1994 si apre il processo e il 28 dicembre Luigi Chiatti viene condannato a due ergastoli: la Corte d'Assise di Perugia lo ritiene colpevole dell'omicidio, del sequestro e dell'occultamento del cadavere di Simone Allegretti e dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere di Lorenzo Paolucci.

A febbraio 2015 Tribunale sorveglianza lo conferma socialmente pericoloso

Il primo marzo del 1995 inizia a Perugia la prima udienza del processo d'appello per il duplice omicidio. La Corte d'Assise d'Appello di Perugia riforma parzialmente la sentenza di primo grado e ritiene Chiatti seminfermo di mente, condannandolo a 30 anni di reclusione. Oltre alla condanna a 30 anni, la Corte dispone, a pena espiata, ''il ricovero dell'imputato in una casa di cura in custodia per almeno 3 anni''.

La condanna a 30 anni di carcere diviene definitiva quando la Corte di Cassazione respinge i ricorsi presentati contro la sentenza di secondo grado sia dall'accusa che dalla difesa. Nel 2006 Chiatti beneficia di uno sconto di pena di tre anni grazie all'indulto. Più tardi gli viene negata la liberazione anticipata, chiesta in virtù dello svuotacarceri.

Il 6 febbraio 2015 il Tribunale di sorveglianza di Firenze, chiamato a verificare l'applicazione della misura di sicurezza disposta contestualmente alla sentenza di condanna, d ichiara Chiatti ancora ''socialmente pericoloso'' confermando che, quando avrà finito di scontare la sua pena, dovrà trascorrere ulteriori tre anni in una casa di cura e custodia. Così oggi Chiatti finisce di scontare la sua pena, ma non torna in libertà.

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