Medjugorje, "oltre 500 miracoli ma qui viene anche chi non prega"
No ai sedicenti veggenti che pretendono di possedere la verità rivelata. Papa Francesco coglie l'occasione dell'omelia nella messa celebrata alla domus di Santa Marta in Vaticano per criticare "quelli che sempre hanno bisogno di novità dell'identità cristiana e hanno dimenticato che sono stati scelti, 'unti'.
Chiede, tra la sfida e l'interrogativo ironico, Francesco: "Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? Per esempio, no? Questa non è identità cristiana - sottolinea il Papa - L'ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più".
"Dobbiamo fare nella nostra vita un lungo cammino - continua - perché questa identità cristiana sia forte, così da poterne dare testimonianza: è un cammino che possiamo definire dalla ambiguità alla vera identità". Premette il Papa: "E' vero, c'è il peccato. E il peccato ci fa cadere. Ma noi abbiamo la forza del Signore per alzarci e andare con la nostra identità. Il peccato è parte della nostra identità: siamo peccatori, ma peccatori con la fede in Gesù Cristo. E non è soltanto una fede di conoscenza, no. E' una fede che è un dono di Dio e che è entrata in noi da Dio. E' Dio stesso che ci conferma in Cristo. E ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo, ci ha dato la caparra, il pegno dello Spirito nei nostri cuori. E' Dio che ci dà questo dono dell'identità".
Sottolinea Francesco: "E' fondamentale essere fedele a questa identità cristiana e lasciare che lo Spirito Santo, che è proprio la garanzia, il pegno nel nostro cuore, ci porti avanti nella vita. Non siamo persone che vanno dietro a una filosofia - ricorda il Papa - ma siamo 'unti' e abbiamo la 'garanzia' dello Spirito Santo".
Papa Francesco mette poi in guardia i fedeli da questi atteggiamenti negativi. La prima strada pericolosa da evitare è quella del "passare dalla testimonianza alle idee, annacquando la testimonianza", riducendo la fede cristiana a "una bella idea". Così, avverte il Papa, si passa "da una identità cristiana concreta a questa religione un po' soft, sull'aria e sulla strada degli gnostici. Dietro c'è lo scandalo", ammonisce.
Inoltre, c'è "la mondanità che fa perdere sapore alla nostra testimonianza", che "fa allargare tanto la coscienza che lì c'entra tutto. Così, il sale perde il sapore. E vediamo comunità cristiane, credenti che si dicono cristiani, ma non possono e non sanno dare testimonianza di Gesù Cristo. E così la identità va indietro e si perde. Questo nominalismo mondano - accusa Francesco - noi lo vediamo tutti i giorni".