I vaccini in alcune regioni sono offerti gratuitamente, in altre sono a carico dei cittadini
I vaccini, come altri settori della sanità, scontano delle differenze regionali "inaccettabili". Bisogna fermare il federalismo vaccinale. E' l'appello degli esperti riuniti a Roma per il 71esimo Congresso italiano di pediatria.
"Molti aspetti ci preoccupano", afferma Alberto G. Ugazio, direttore del Dipartimento di Medicina oediatrica dell'Ospedale Bambino Gesù. "Il calo delle coperture vaccinali è la diretta conseguenza del crescente scetticismo verso la scienza e la ragione e del dilagare di teorie complottistiche. Questo però è un problema universale e difficile da risolvere in ambito nazionale. In Italia abbiamo anche un altro problema, quello del federalismo vaccinale, che determina disomogeneità territoriali e iniquità. Ad esempio, gli ultimi dati relativi alla vaccinazione Mpr (morbillo, parotite, rosolia) mostrano che in quasi tutte le regioni del Sud (con l'eccezione di Puglia e Basilicata) i tassi di copertura vaccinale sono ben al di sotto del 90%, mentre al Nord sono mediamente al di sopra (con l'eccezione di Trentino e Val d'Aosta). Per non parlare di vaccini che in alcune regioni sono offerti gratuitamente e in altre sono a carico dei cittadini".
"Queste disparità, che colpiscono il diritto dei bambini a essere protetti da malattie infettive, sono contrarie del dettato costituzionale. Noi riteniamo che il federalismo vaccinale debba finire e si debba arrivare a un calendario vaccinale unico e a un'offerta vaccinale omogenea su tutto il territorio nazionale", conclude il presidente Sip (Società italiana di pediatria), Giovanni Corsello.
Intervista al presidente Sip Giovanni Corsello /Video
Intervista a Susanna Esposito della Fondazione Policlinico di Milano /Video
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