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Rom: Bologna, violini, Costituzione e Inno Mameli a marcia contro razzismo

Alla manifestazione, guidata dal presidente dell'associazione nazionale dei Sinti Davide Casadio, circa 400 persone, tra cui anche i senatori Pd Luigi Manconi e Sergio Lo Giudice, la deputata Dem Sandra Zampa, i centri sociali, tra cui Hobo, e gli attori Ivano Marescotti e Alessandro Bergonzoni

Rom: Bologna, violini, Costituzione e Inno Mameli a marcia contro razzismo
16 maggio 2015 | 14.58
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L'Inno di Mameli eseguito con violini e chitarre, svariati cartelloni con su riportati gli articoli della Costituzione, bandiere della pace e subito la deposizione di una corona nell'area dell'ex campo nomadi di via Gobetti il 23 dicembre 1990 la banda della Uno Bianca sparò contro le roulotte uccidendo due persone e ferendone altre. E' iniziato così il corteo nazionale dei Rom e Sinti che stamattina ha sfilato a Bologna, fino a piazza XX Settembre.

Alla manifestazione, guidata dal presidente dell'associazione nazionale dei Sinti Davide Casadio, circa 400 persone, tra cui anche i senatori Pd Luigi Manconi e Sergio Lo Giudice, la deputata Dem Sandra Zampa, il capogruppo Pd del Comune di Bologna Claudio Mazzanti, l'assessore comunale al Welfare Amelia Frascaroli, alcuni esponenti di Sel, dell'Altra Emilia Romagna, i centri sociali tra cui Hobo e gli attori Ivano Marescotti e Alessandro Bergonzoni. Sul palco per gli interventi in piazza XX Settembre anche l'ex direttore della Caritas di Bologna Don Giovanni Nicolini.

Ad aprire il corteo uno striscione con la scritta 'contro il razzismo dello stato, basta ruspe e sgomberi. Casa, lavoro, scuole per tutti'. 'Se mi riconosci mi rispetti' è lo slogan che ricorre su altri cartelli. "Sono qui a nome del presidente del Sanato Grasso - ha detto Manconi - per portare la nostra solidarietà affinché si affermi che nessuna minoranza può essere perseguitata o discriminata come rischia di essere la minoranza Rom e Sinti". "Quale oblio e cattiva memoria ha chi parla di spianare i campi" ha aggiunto Manconi, prendendo la parola del palco in piazza e rimarcando che "i diritti o sono di tutti o non sono di nessuno". Manconi ha poi citato una frase di una canzone di Claudio Lolli "'oggi ho visto gli amici zingari felici in piazza Maggiore' - ha detto - questo è quello che posso dire di aver visto oggi".

(Adnkronos) - "Non siamo delinquenti né ladri - ha spiegato il presidente dell'associazione Sinti Casadio - e anche noi siamo d'accordo con il superamento dei campi, ma non con le ruspe. Non siamo nomadi o senza fissa dimora, perché noi abitiamo in Italia, e siamo stanchi del razzismo". "Sono contenta che questa manifestazione sia stata così pacifica e allegra - ha detto la parlamentare Pd Zampa parlando dal palco - è il segno che siamo in grado di stare insieme in pace rispettandoci, e questa è la base della convivenza del futuro: siamo tutti uguali".

A distanza, su via Marconi sotto l'occhio vigile delle forze dell'ordine, la contro-manifestazione di Forza Nuova che, cartelli e tricolore alla mano, ha stazionato lungo il ciglio della strada mostrando cartelli sui cui si leggevano frasi come 'ti ammali...e io pago', o 'accendi la luce e io pago', per chiedere, in sostanza, che si smetta di spendere soldi pubblici per contribuire ai consumi e alle utenze dei campi nomadi.

Per ribadire la necessità di chiudere i campi è arrivata in città anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che ha puntato il dito contro "il buonismo" delle politiche a sostegno di Rom e Sinti. In opposizione al corteo di Bologna anche la Lega Nord che ha ribadito le sue posizioni in una conferenza stampa nel cortile di Palazzo D'Accursio e Forza Italia che farà un banchetto nel pomeriggio in piazza Galvani. Sulla manifestazione battuta a distanza del leader del Carroccio Matteo Salvini: "Oggi Bologna, tra le altre eccellenze che può offrire la città, ospiterà la manifestazione nazionale dei Rom e dei Sinti, che ovviamente protestano contro l'emarginazione, contro la gente brutta e cattiva che non gli vuole bene, contro la Lega. Questa ostilità è inspiegabile. Perché la gente non vuole avere il campo rom davanti casa che è un luogo di festa, di gioia, di integrazione, di scambio culturale?".

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