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Salute: cure 'easy' e conservative per la carie, 850 odontoiatri a congresso

Si propongono di rispondere a questa domanda gli esperti riuniti da domani a sabato a Riva del Garda (Tn) per il 17esimo Congresso internazionale dell'Accademia italiana di conservativa (Aic), associazione che promuove studio, ricerca e progresso nel campo dell'odontoiatria conservativa

22 aprile 2015 | 16.32
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Carie dentali, un problema che prima o poi tutti nel corso della vita devono affrontare, da bambini o da adulti. Ma fino a dove il dentista può spingersi a 'restaurare' il dente con protocolli semplici e poco invasivi, procrastinando il più possibile trattamenti più invasivi come quelli protesici? Si propongono di rispondere a questa domanda gli esperti riuniti da domani a sabato a Riva del Garda (Tn) per il 17esimo Congresso internazionale dell'Accademia italiana di conservativa (Aic), associazione che promuove studio, ricerca e progresso nel campo dell'odontoiatria conservativa. "Un approccio 'made easy' alla cura della patologia cariosa", sintetizza all'Adnkronos Salute Francesca Manfrini, presidente Aic.

La carie, ricorda l'esperta, "è fra i disturbi su base infettiva più diffusi al mondo. L'odontoiatria conservativa diretta si pone come obiettivo quello di restaurare, conservando il tessuto dentale residuo e rimandando il ricorso a terapie più aggressive: le cure conservative dirette richiedono minore sacrificio di sostanza sana, hanno una buona durata e costi più contenuti rispetto a quelle protesiche, elemento da non trascurare in questo specifico momento di crisi economica".

Lo scopo di questo congresso, prosegue, "sarà proprio evidenziare l'importanza della terapia conservativa semplice e diretta, un approccio 'made easy' per mantenere il dente a partire dalla preservazione e dalla cura del tessuto dentale". Una filosofia di successo, visto che "il congresso è in overbooking, abbiamo oltre 850 iscrizioni, con il 50% di partecipanti (italiani e stranieri) composto da studenti. L'appuntamento è infatti importante per i giovani che si apprestano a iniziare la professione odontoiatrica, ma molto utile anche per i colleghi che lavorano da più tempo, spesso confusi dalle novità merceologiche e dalle repentine modifiche delle tecniche che le seguono".

"Nel 2013 - ricorda Manfrini - avevamo dedicato il congresso all'importanza di conservare il dente fin dalla prima infanzia, attraverso mezzi diagnostici, di prevenzione e cura della patologia cariosa e spiegando quanto sia importante fare attenzione ai fattori di rischio che determinano il processo patologico, e soprattutto seguire la terapia medica che mira a controllare e arrestare la malattia. E solo dopo, eventualmente, intervenire. I restauri avvengono infatti dopo aver curato la carie, e in questo congresso presentiamo quali protocolli diretti e semplici si possono eseguire".

L'odontoiatria conservativa diretta, evidenzia Manfrini, "prevede che il dentista intervenga sulla carie ed esegua direttamente l'otturazione; l'approccio indiretto comporta invece il lavoro di un terzo operatore, l'odontotecnico. L'obiettivo che vogliamo raggiungere è trasmettere la filosofia del lavoro dell'accademia conservativa, cioè protocolli eseguiti in maniera semplice e diretta, che rispettano comunque le regole di qualità".

"E durante il congresso - spiega l'esperta - vogliamo capire fino a dove ci si può spingere prima di ricorrere a un approccio indiretto, per un risparmio sia biologico, che economico. L'intervento del tecnico fa infatti lievitare i costi, ma soprattutto dal punto di vista biologico l'odontoiatria mininvasiva, grazie anche ai materiali e alle tecniche adesive moderne, ci ha permesso di creare cavità minime e otturazioni molto piccole, preservando tanto tessuto dentale: chi di noi di fronte alla possibilità di una minore invasività, la rifiuterebbe?".

Prevista una sessione dedicata "alla figura dell'igienista, indispensabile nella nostra pratica per la preparazione del paziente ad accogliere le nostre terapie, ma anche per creare le condizioni di salute del cavo orale, per poi intervenire e mantenere i risultati ottenuti".

"Il ruolo del dentista - spiega la presidente Aic - è fare in modo che il processo patologico progredisca il più lentamente possibile e dobbiamo fare in modo di essere meno aggressivi possibili. Questo è un po' in contrasto con alcuni piani di trattamento aggressivi, dove l'elemento dentale viene demolito e sostituito da impianti. Ma il dente è il miglior 'sostituto' di se stesso: non voglio dire che gli impianti non siano importanti, anzi, sono di grande aiuto e talvolta ci permettono di operare solo in alcune zone e non in tutta l'arcata come avveniva in passato. E questo è lo spirito conservativo. Gli impianti vanno utilizzati e sono uno strumento che ci deve aiutare nei piani di trattamento, ma non ne dobbiamo abusare".

Ecco cosa significa, dunque, approccio 'made easy': "un'odontoiatria squisitamente clinico-pratica mirata alla conservazione e al massimo rispetto dei tessuti dentari, seguendo protocolli semplici, ma sempre e comunque all'insegna della qualità".

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