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Amianto: 85 anni per smaltire asbesto in Italia, patto oncologi-istituzioni

Ogni 12 mesi vengono smaltite 380 mila tonnellate di rifiuti di questo minerale. Troppo poche, visto che, a questi ritmi, serviranno ancora 85 anni per completare la dismissione degli oltre 32 milioni di tonnellate presenti nella Penisola.

Foto Infophoto
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29 gennaio 2015 | 15.37
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L'Italia è al vertice della task force europea per la sorveglianza attiva dell'amianto, il killer silenzioso che miete circa 3.000 vittime ogni anno nel nostro Paese, 1.500 per mesotelioma. Ma serve più impegno per la bonifica dei siti contaminati. Ogni 12 mesi vengono smaltite 380 mila tonnellate di rifiuti di questo minerale. Troppo poche, visto che, a questi ritmi, serviranno ancora 85 anni per completare la dismissione degli oltre 32 milioni di tonnellate di asbesto presenti nella Penisola. Un impegno a cui le Istituzioni possono far fronte solo grazie a un patto da siglare con i clinici e con i media, come emerge dalla III Consensus Conference italiana per il controllo del mesotelioma maligno della pleura, che si apre oggi a Bari.

"E' il cancro marker dell'esposizione all'amianto - spiegano i presidenti del convegno, Giorgio Scagliotti, direttore del Dipartimento di Oncologia dell'Università di Torino, e Carmine Pinto, presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) - In 15 anni, fra il 1993 e il 2008, in Italia si sono registrati più di 15 mila casi di questa neoplasia particolarmente aggressiva. Purtroppo la percezione del rischio è ancora bassa. E' fondamentale velocizzare i tempi della bonifica dei siti contaminati, che può essere eseguita solo da personale specializzato".

"Questo minerale è presente ancora in grandi quantità e in varie forme in stabilimenti ed edifici, pubblici e privati, in tutte le nostre Regioni. Deve inoltre essere migliorata la sorveglianza sulle persone più esposte, cioè gli ex lavoratori degli stabilimenti che producevano o trattavano amianto. Anche se il mesotelioma è stato inserito nell'elenco delle malattie professionali - proseguono - vi sono ancora inconcepibili ritardi nel riconoscimento previdenziale. Vanno inoltre garantiti uguali diritti ai pazienti con mesoteliomi insorti dopo esposizioni ambientali ad amianto, ai familiari dei lavoratori e alla popolazione generale".

In Italia dal 1992 è vietata ogni attività di estrazione, commercio, importazione, esportazione e produzione di amianto. "Preoccupano - continuano Scagliotti e Pinto - le notizie recenti relative all'importazione di 1.040 tonnellate di asbesto nel biennio 2011-2012. Il materiale potrebbe essere stato impiegato nella produzione di vari manufatti. E' necessario mantenere sempre alta l'attenzione".

"La tragica vicenda dell'esposizione professionale e ambientale ad amianto in Italia, con la lunga scia di morti per tumore - spiegano - ci ha permesso di sviluppare più esperienza e sensibilità su questo tema rispetto agli altri Paesi. Per questo guidiamo un network europeo per il controllo dei siti, per condividere dati epidemiologici, tecniche diagnostiche, studi clinici e politiche di sorveglianza sulle persone più a rischio".

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