Il ministro dell'Interno: "Potrebbe essere la strada giusta. Per casi estremi, come per chi si droga o si ubriaca sapendo di dover guidare, occorre procedere anche con l'omicidio stradale". Pansa: "Servono norme precise per gli operatori"
"La tesi di dare l'ergastolo della patente", misura in atto in alcuni Paesi Ue, "per chi fa uso abituale di stupefacenti potrebbe essere la strada giusta". E' l'avviso del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intervenuto al workshop europeo sulla sicurezza stradale, organizzato a Roma presso la Scuola superiore di Polizia. Secondo Alfano, inoltre, "per casi estremi, come per chi si droga o si ubriaca sapendo di dover guidare, occorre procedere anche con l'omicidio stradale".
Nell'ambito dei controlli, riveste particolare importanza la lotta alla guida sotto l'effetto di stupefacenti, nella quale, dice il ministro, non siamo in grado di "stabilire in presa diretta se vi siano tracce della sostanza nel corpo del guidatore". E aggiunge: "Chi risulta che sia consumatore abituale di stupefacenti deve essere controllato in maniera straordinaria, perché la patente non diventi una licenza di uccidere". Le dure misure proposte da Alfano trovano ragione nei "27.700 morti all'anno in Europa: è come se un comune di una certa importanza sparisse dal continente".
Il ministro precisa però che "il sistema di sicurezza stradale costruito in Italia è all'avanguardia e rappresenta un modello per gli altri Paesi". Basti pensare che "le morti sulla strada sono in costante riduzione dal 1970". Tuttavia "finché ci sarà un solo morto in strada, si dovrà fare dei passi in avanti nella sicurezza stradale". "L'Europa per il 2020 - conclude il ministro - ha per obiettivo una ulteriore riduzione del 50% dei morti in strada".
Pansa: servono norme precise per gli operatori - Per il capo della Polizia, Alessandro Pansa, "gli operatori di Polizia hanno bisogno di norme precise per intervenire, senza impantanarsi in contenziosi lunghissimi". "Il codice della strada ha subito 92 modifiche negli ultimi anni" rimarca durante il workshop internazionale di sicurezza stradale.
"Oggi si richiedono politiche di intervento coordinato - aggiunge Pansa - anche per l'attuale congiuntura economica". "Gli operatori - spiega il capo della Polizia - sono impegnati, nel 90% dei casi, a intervenire su casi che non impattano sulla sicurezza, sono incidenti poco gravi che possono essere gestiti da personale qualificato: è il tema dell'ausiliarietà".
Pansa si esprime anche sulla prevenzione degli incidenti: "L'abuso di alcol è contrastato correttamente, diversamente siamo meno attrezzati sull'abuso di droga". Ma, citando come esempio la normativa Ue che toglie la patente ai consumatori abituali di droga, osserva che "potremmo intervenire, accertando che il guidatore è in quel caso un pericolo per la sicurezza, tramite un intervento di tipo amministrativo".