Il ministro dell'Interno risponde a un'interrogazione parlamentare confermando l'alt del prefetto di Bologna alla decisione di Palazzo d'Accursio di trascrivere i matrimoni omosessuali nel registro delle unioni civili: "Sodano ha eseguito correttamente la sua funzione"
''Nessuna azione, nessuna attività, nessuna decisione, nessuna direttiva dei sindaci, in materia di stato civile, può prescindere dal quadro normativo vigente nel nostro Paese. Pertanto, il prefetto di Bologna ha eseguito correttamente la sua funzione e cioè il compito di garantire che l'operato del sindaco fosse in linea con le norme attuali''.
Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, boccia la decisione del sindaco di Bologna di trascrivere sul registro dello stato civile le nozze gay avvenute all'estero. Rispondendo all’interrogazione parlamentare di Gigli, Sberna e Dellai sull'intervento del prefetto Ennio Mario Sodano che ha chiesto all’amministrazione guidata da Virginio Merola di annullare la direttiva emessa il 30 giugno scorso.
''Questo - ha precisato il ministro Alfano - a garanzia di tutti i cittadini e per una visione omogenea dell'applicazione delle nostre leggi sul territorio. Il sindaco, in questa materia - che rientra nella competenza esclusiva dello Stato - non agisce in via autonoma, ma opera nella veste di ufficiale di governo e, proprio per questo, deve attenersi alle direttive del ministero dell'Interno''.
''Spetta al Parlamento - ha concluso Alfano - nell'esercizio della sua discrezionalità politica, individuare le giuste forme di garanzia e di riconoscimento per tali unioni''.