Roma, 11 lug. (AdnKronos Salute) - "Il riso, dopo pasta e pane, è nel trio delle fonti del 60% di calorie giornaliere. I carboidrati come il riso sono dunque alla base dell'alimentazione italiana". Lo sottolinea Michele Carruba, direttore del Centro di studio e ricerca sull'obesità dell'Università di Milano, nel giorno in cui Coldiretti annuncia una settimana di mobilitazione, con agricoltori e mondine in piazza, per chiedere un freno alle importazioni di riso asiatico. "Si tratta di un alimento fortemente presente nella nostra tradizione alimentare, con piatti classici" come 'risi e bisi', "cui in estate si affiancano le ricette di riso freddo. Certo ormai il mercato è globale, ma in Italia si sta affermando anche il 'chilometro zero', con prodotti locali sempre apprezzati anche perché 'amici dell'ambiente'. Certo - aggiunge Carruba all'Adnkronos Salute - i prezzi in questo caso dovrebbero tener conto del risparmio nei trasporti, cosa che non sempre avviene".
Se la pasta è più ricca di proteine, il riso contiene più amido; ciò fa sì che, nella cottura, quest'ultimo assorba notevoli quantità di acqua, fino a triplicare il proprio peso; per questo motivo il riso è un alimento in genere più saziante. "D'altra parte una porzione media di pasta ha un indice glicemico inferiore rispetto al riso, dunque da questo punto di vista è meglio optare per la varietà integrale", dice Andrea Ghiselli dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran). "Quanto al resto, solo un chimico potrebbe notare delle differenze fra le varietà, per un nutrizionista si tratta di una fonte di amidi e carboidrati, con un po' di vitamina B". Ghiselli punta sul riso integrale "anche perché è più completo e conserva tutti i nutrienti presenti nel chicco, fibra inclusa. L'indice glicemico è inferiore rispetto a quello brillato, e il gusto è apprezzabile".