Il redattore dell’Espresso e scrittore all’Adnkronos dopo il tweet in cui viene apostrofato “finocchio di m., stasera sei invitato a cena... porta anche i tuoi amichetti mi raccomando”
Si rivelerà “un boomerang’’ il messaggio di insulti omofobi indirizzato via Twitter a Tommaso Cerno. Ne è convinto lo stesso giornalista dell’Espresso e scrittore, che all’Adnkronos sottolinea “il grande momento di solidarietà e discussione che è nato dopo la pubblicazione di quel tweet. Una sorta di Pride virtuale che può contribuire a diffondere nella società gli antidoti per combattere il veleno dell’omofobia. Io comunque vado avanti per la mia strada e non mi faccio spaventare da queste intimidazioni’’, assicura. “Mi sono rivolto agli avvocati Giuseppe e Massimiliano Campei (che hanno assistito Beppino Englaro nella vicenda della figlia Eluana, ndr), che stanno predisponendo un esposto-querela da presentare in queste ore alla procura della Repubblica di Roma”, dice poi Cerno. “La solidarietà ricevuta -spiega- è importantissima, così come l’invito rivoltomi a partecipare al gay pride di Napoli e in generale tutto quello che sta succedendo dopo questo episodio. Ma io, con la querela, voglio rivolgermi allo Stato che ha il compito di garantire l’uguaglianza costituzionale dei cittadini, affinché smascheri questo criminale che posta simili messaggi. Chi ha subito un torto -sottolinea il giornalista- deve rivolgersi allo Stato che solo così tornerà ad avere il suo ruolo di garante dei diritti di tutti i cittadini, accrescendo di conseguenza la fiducia degli stessi cittadini nei confronti dello Stato”.
“Tommaso Cerno finocchio di m., stasera sei invitato a cena... porta anche i tuoi amichetti mi raccomando”, è il testo del tweet omofobo a firma di ‘Loculo1’, accompagnato dall’immagine sottostante con “una tavola apparecchiata con i cappi e foto dell’autore con l’immagine di Hitler”.
Sul social network non mancano i messaggi di solidarietà, da Anna Paola Concia a Licia Ronzulli, che lancia l’hashtag #siamotutticoncerno.
‘’Il problema -aggiunge Cerno- sorge quando questi insulti vengono rivolti a persone sconosciute o più deboli, che soffrono senza potersi difendere, non trovano solidarietà e rischiano di chiudersi ancora di più in se stesse. La società e il Paese stanno evolvendo, ma non si è fatto ancora abbastanza. Ad esempio, manca ancora una legge contro l’omofobia. La mia speranza è che episodi come questo risveglino le coscienze e facciano capire che l’omofobia è un problema grave come il razzismo’’. “Esprimiamo piena solidarietà a Tommaso Cerno”, dice Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center. “Chi pensa che l’omofobia sia una forma di espressione del libero pensiero legga queste frasi. L’omofobia, questa volta verso un personaggio noto, si esprime in molti modi e i social network non ne sono immuni. Chi deve decidere politicamente come contrastare l’omofobia prenda nota e dia delle risposte”.
E proprio gli attestati di solidarietà finiscono nuovamente nel mirino dello stesso Loculo1, che in un tweet spuntato in tarda mattinata si domanda: “Nn so se sia peggio quel depravato di merda di Tommaso Cerno o quei 4 pecoroni coglioni populisti che lo difendono!...atroce dilemma...!!”
Gay center - “Gli insulti omofobi su twitter nei confronti del giornalista de L’Espresso Tommaso Cerno meritano la risposta di tutti. Per questo lo invitiamo ad aprire il Pride di Napoli che si terrà il prossimo 28 giugno”. E’ questa la proposta è di Gay Center, che condanna il tweet di insulti. Questo è “il sintomo di una cultura dell’odio e della violenza che prende di mira i gay”, sottolinea Gay Center, che invoca misure efficaci e una legge che contrasti l’omofobia. La partecipazione di Cerno al pride di Napoli “sarebbe la risposta migliore verso quanti pensano che in modo anonimo e vigliacco si possa insultare e aggredire chi non fa mistero della propria omosessualità”. Una risposta, conclude il Gay center, che “va anche su twitter, #cernoalpridedinapolinoomofobia”.