Gli esponenti azzurri, compatti, smentiscono la presenza di transfughi del partito pronti a passare alla maggioranza
Crisi di governo e dimissioni del premier Conte, Forza Italia fa quadrato e smentisce le voci che vorrebbero 15 transfughi azzurri pronti a passare alla maggioranza nella nuova veste di 'costruttori'. "E’ una balla, Rocco Casalino butta dei nomi falsi nella mischia, li fa filtrare per creare tensione nei partiti o per distogliere dai nomi veri", tuona il senatore di Forza Italia Andrea Cangini a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24. "C’ero finito dentro anche io e sono ancora infuriato, ma Conte non avrà la possibilità di allargare la maggioranza, ha ingannato su questo e ha bluffato anche con il Capo dello Stato", ha sottolineato.
E ancora il senatore azzurro Sandro Biasotti, che lamenta: "Anche oggi sulla stampa viene riportato il mio nome fra i cosiddetti 'costruttori'. Mi vedo costretto ancora una volta a smentire tale ipotesi che non appartiene alla categoria della fantasia, ma dell'irrealtà. Le osservazioni critiche rispetto ad alcune scelte politiche di Forza Italia le ho sempre fatte liberamente ma all'interno del mio gruppo e del mio partito. Un partito nel quale mi riconosco e nel quale rimango, come ho anche ribadito nei giorni scorsi al Presidente Berlusconi, per il quale nutro profonda stima e sincero affetto, e alla mia capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini".
"Non è vero che dal governo stanno contattando esponenti di Forza Italia, ma anche se fosse, è normale che un governo dialoghi col Parlamento", afferma quindi Gianfranco Rotondi, vicepresidente dei deputati di Fi, intervenendo a “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus. "Quando Berlusconi fu messo in discussione da Fini, noi abbiamo contattato altri parlamentari che avevano manifestato il loro appoggio a Berlusconi. Mastella ha proposto uno scambio che è la politica, se Calenda vuole i voti del Pd non è che può prendere a sberle il Pd ogni giorno".
"In molti pensano che un Parlamento sia un cda, in cui ci sono delle quote che vincolino a votare in un certo modo. Il parlamento, lo dice la parola stessa, è un luogo in cui si parla. Un governo che fa bene allarga la maggioranza, un governo che fa male la perde. Non mi è piaciuto il fatto che Salvini abbia governato con il M5s, utilizzando anche i voti nostri. E adesso Salvini accusa la Rossi di aver fatto gratis quello che lui ha fatto a pagamento, andando al governo in cambio del ministero dell’Interno", continua Rotondi, che sottolinea: "Qui possono parlare solo Berlusconi e Meloni perché hanno sempre fatto opposizione ai 5 Stelle. Se dovessi parlare di centrodestra io direi solo Fi e Fdi. In Fi non c’è nessuna tensione. Io ho più simpatia verso Conte, mi sembra una persona per bene che sta dando il meglio, sono un berlusconiano di rito contrario. Poi ci sono i berlusconiani di rito salviniano, ma sono differenze che evaporano quando Silvio chiama", spiega.
"La nostra posizione è chiara, anche oggi Berlusconi ha fatto un'intervista...Forza Italia ha cultura di governo, non si dividerà dagli altri alleati di centrodestra. Nessuna decisione vedrà Forza Italia differenziarsi da Fdi e Lega", le parole di Maurizio Gasparri, senatore di Fi, a La7. "La priorità è tenere unito il centrodestra, il centrodestra discuterà ma non si dividerà", assicura. "Va tanto di moda la coalizione Ursula, agli ursuliani che inseguono le Ilone, ricordo che la von der Leyen è del nostro partito, una maggioranza Ursula sarebbe a guida Berlusconi, quindi se vogliono un governo Berlusconi...non faremo le ancelle di Conte, Casalino e Bettini", avverte il senatore azzurro.
E in una nota Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, rinforza il concetto: "La posizione del presidente Berlusconi e quindi di Forza Italia, o governo di unità nazionale o voto, non è figlia dell'improvvisazione o del calcolo ma l'abbiamo sempre sostenuta dall'inizio di questa crisi di governo che si ufficializza con le dimissioni di Conte. E' una posizione che va nella direzione che dicono in tanti ma in pochi fanno e cioè - spiega ancora - di anteporre il bene del Paese agli interessi particolari e quindi della disponibilità a prendersi responsabilità arretrando rispetto a un programma politico di parte con un governo di unità nazionale dove tutti facciano un passo indietro politico e buttino il cuore oltre l'ostacolo per portare l'Italia fuori dalla crisi. Sarà il presidente della Repubblica, a cui ci affidiamo per saggezza e lungimiranza, a prendere le decisioni migliori. Di certo la caccia ai senatori e a maggioranze improvvisate è un'immagine che svilisce la politica e umilia il Paese", sottolinea.