E' difficile oggigiorno assistere in diretta alla nascita di un museo, specie se nella capitale. Domani sarà il primo giorno di apertura al pubblico di Palazzo Merulana, un edificio comunale con dentro una collezione privata -ma non solo- interamente restaurato nell'arco di un anno e mezzo (era il vecchio ufficio di igiene del quartiere). Il palazzo in stile umbertino si trova al civico 121, tra i platani di via Merulana, poco prima dell'incrocio con viale Manzoni, nel cuore del quartiere Esquilino. Un hub per produrre cultura e una vetrina per i giovani talenti, questa la sua duplice vocazione.
"E' stato regalato alla città di Roma un pezzo d'arte", sostiene la sindaca Virginia Raggi intervenuta all'anteprima odierna di presentazione del nuovo spazio insieme al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, la presidente del Primo Municipio Sabrina Alfonsi. Tra il pubblico, Gianni Letta e la famiglia Cerasi. Ringraziamenti sono andati a Claudio Cerasi, presidente dell'omonima Fondazione, la cui collezione privata è esposta al secondo e terzo piano: 90 opere di Scuola Romana e Novecento italiano.
"E' stato recuperato un edificio crollato -prosegue Raggi- donata una collezione artistica importantissima e attivato un hub all'Esquilino, il cui potenziale di sviluppo è grande e lo vedremo negli anni a venire. Un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato che porta dei risultati concreti". Letizia Casuccio, direttore generale della CoopCulture, ricorda che oltre 50 associazioni di quartiere hanno compartecipato alla realizzazione del progetto "di forte connotazione sociale, per creare un luogo dove il mondo della creatività romana troverà casa, con l'organizzazione di rassegne, presentazioni ed eventi". Non solo un museo, dunque, ma uno spazio vivo e in movimento.
Il professor Fabio Benzi del Comitato scientifico di Palazzo Merulana spiega come "la Collezione Cerasi sia costruita su dei capolavori che iniziano tutti con l'amore per Roma". La nascita del nuovo museo segnerà la fine dell'egemonia ultraventennale dell'arte povera e della transavanguardia? "E' stato un atteggiamento un po' provinciale -risponde all'Adnkronos il docente, che insegna Storia dell'arte contemporanea all'Università di Chieti- A causa di una moda culturale si è trascurata l'arte italiana del periodo compreso tra le due guerre, che pure ha offerto capolavori e artisti di innegabile valore".
Nella Collezione Cerasi sono presenti infatti De Chirico, Sironi, Mafai, Capogrossi, Casorati, Campigli, Pirandello, Trombadori e tanti altri esponenti del futurismo (tra cui Depero e Balla) e del realismo magico. La storia di "Palazzo Merulana e la Collezione Cerasi" è edita da Skira (12 euro) e si trova in bella mostra al piano terra, dove -tra terrazza e Caffe d'arte con prodotti della gastronomia del Lazio- il bookshop offre testi riguardanti non solo l'arte romana ma anche la letteratura e la poesia, a cominciare da "Quer pasticciaccio brutto di via Merulana" con cui Carlo Emilio Gadda celebrò il rione.
Ancora segreto il cartellone delle rassegne temporanee nel segno dell'interdisciplinarietà e della multiculturalità, che partiranno dal mese di settembre. Certa per ora la presenza, in autunno, di William Kentridge, artista sudafricano autore dei murales sul Lungotevere, e l'appuntamento con Jan Fabre, coreografo e regista teatrale belga. Ma già in giugno un drappello di scrittori, tra cui qualche Premio Strega, parteciperanno a un evento, leggendo dei loro scritti ispirati alle opere della Collezione Cerasi.