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A Roma

Arte: rubate da Napoleone e rese da Canova, opere esposte a Scuderie Quirinale

Ritratto di Papa Leone X di Raffaello
Ritratto di Papa Leone X di Raffaello
15 dicembre 2016 | 18.21
LETTURA: 3 minuti

Dal 'Ritratto di Papa Leone X con i Cardinali Giulio de Medici e Luigi de Rossi' di Raffaello, proveniente dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze alla 'Strage degli Innocenti' di Guido Reni, in arrivo dalla Pinacoteca di Bologna. Passando per la monumentale 'Assunzione della Vergine' di Tiziano proveniente dal Duomo di Verona. Senza dimenticare il 'Compianto su Cristo morto' di Correggio e la 'Deposizione' di Annibale Carracci, che arrivano dalla Galleria Nazionale di Parma.

Capolavori sottratti all'Italia dalle truppe napoleoniche tra il 1796 e il 1814, durante le campagne militari francesi. Opere destinate, per volere di Napoleone Bonaparte, ad arricchire le collezioni del museo del Louvre, che si voleva rendere un vero e proprio museo universale. Ma che, grazie soprattutto all'intervento di Canova, sono state restituite all'Italia nel 1816 favorendo la nascita di grandi musei come la Pinacoteca di Brera, le Gallerie dell’Accademia di Venezia o la Pinacoteca di Bologna.

Ora queste opere sono radunate alle Scuderie del Quirinale e raccolte nella mostra 'Il museo universale. Dal sogno di Napoleone a Canova', in programma da domani al 12 marzo, curata da Valter Curzi, Carolina Brook e Claudio Parisi Presicce.

Obiettivo della mostra, che segna il nuovo inizio dello spazio espositivo, la cui gestione è stata affidata recentemente dalla Presidenza del Consiglio al Mibact, è quello di ripercorrere le tappe salienti della vicenda storica.

" Vogliamo tornare a riflettere -spiega il curatore Valter Curzi che ha lavorato due anni a questo progetto - sull'idea del patrimonio come luogo dell'identità di un Paese". Una realtà che può essere anche più ampia come "in generale l'Europa. Dove possiamo trovare - si chiede Curzi - un senso di unità sovranazionale? Forse intorno alla capacità che abbiamo di guardare a queste opere come a dei modelli di bellezza e di una storia esemplare che ci tiene tutti uniti. Anche nel caso del Louvre c'era il sogno di un'unità collettiva sovranazionale".

All'epoca delle requisizioni, il "Museo del Louvre era il luogo dove si raccoglieva il meglio delle opere d'arte d' Europa per ricreare un'estetica contemporanea. Recuperare il senso dell'identità intorno a questo patrimonio può essere valido ancora oggi", conclude Curzi.

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