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Libri: cresce la moda dei titoli con le parolacce, funziona ed è nata secoli fa

Foto dal sito parolacce.org
Foto dal sito parolacce.org
13 agosto 2016 | 13.45
LETTURA: 4 minuti

La moda di inserire parolacce nei titoli dei libri sta crescendo, funziona e non è per niente un trend dei nostri giorni perchè risale a secoli fa . "I primi titoli scandalosi risalgono già al 1500, basti pensare a 'La cazzaria' un volume del 1531" rivela all'Adnkronos lo psicolinguista Vito Tartamella, uno dei pochi esperti al mondo di turpiloquio, che nel suo blog parolacce.org ha analizzato, in una inedita ricerca, i libri dai titoli volgari partendo da secoli addietro e arrivando fino ad oggi. Dalla ricerca emerge che l’uso di parolacce nei titoli è stato un crescendo esponenziale. "Negli anni ’70 e ’80 si è quadruplicata, per poi esplodere negli anni ’90 e 2000. Rispetto agli anni ’60, -rileva Tartamella- i libri con un titolo volgare sono aumentati di 13 volte negli anni ’90 e di 29 volte negli anni 2000. Se la tendenza resterà costante, entro la fine di questo decennio saranno aumentati di 36 volte".

Tartamella, che affronta da anni in maniera rigorosamente scientifica il tema del turpiloquio declinato in ogni sua forma, racconta che "pochi giorni fa, davanti alla cassa di una libreria, campeggiavano in bella mostra due libri che mi hanno fatto sobbalzare. Si intitolavano: 'Ma fa 'n po' come cazzo te pare', e 'Il culo non esiste solo per andare di corpo'". "Mi hanno colpito perché, solo qualche anno fa, volumi con titoli del genere sarebbero rimasti confinati e un po' nascosti nel settore 'umorismo' o 'erotismo'. E magari li avremmo comprati con un po' di imbarazzo. Oggi, invece, evidentemente sono considerati un fatto normale". In ogni caso "ho deciso di approfondire", aggiunge lo psicolinguista il cui saggio "Parolacce", ha raggiunto la quinta edizione ed ora sta per uscire anche in e-book.

Per fare una statistica attendibile Tartamella ha consultato "il database più completo di cui disponiamo: il catalogo del Servizio bibliotecario nazionale, ovvero tutti i libri posseduti dalla rete delle biblioteche italiane". "C’è di che inquietarsi? Direi di no: perché -spiega- i numeri in gioco sono davvero piccoli rispetto al totale dei libri pubblicati". "Prendiamo il decennio record 2000-2009, per il quale -continua- abbiamo dati definitivi dell’Aie (Associazione italiana editori) e dell’Istat". In quegli anni, in media, riferisce lo psicolinguista, "sono stati pubblicati in Italia 56mila libri all’anno, per un totale di 560mila dal 2000 al 2009: i 231 volumi con un titolo volgare usciti in quel decennio rappresentano un misero 0,04% del totale. Vuol dire 4 ogni 10mila libri, una ventina l’anno: una piccola minoranza, anche se fa rumore". Infine Tartamella rivela una "piccola curiosità: l’editore che ha pubblicato il maggior numero di titoli osè risulta Mondadori (65), seguito da Piemme (sempre del gruppo Mondadori, 24) e Zelig (16)".

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