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Psichiatria: Fagioli, analisi collettiva da 40 anni, ancora rivoluzionaria/Adnkronos

Psichiatria: Fagioli, analisi collettiva da 40 anni, ancora rivoluzionaria/Adnkronos
06 novembre 2015 | 11.00
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L’analisi collettiva compie 40 anni. Ed “è tuttora un pensiero e una prassi rivoluzionaria”. Massimo Fagioli, lo psichiatra padre della teoria della nascita, ne parla in un’intervista all’Adnkronos, descrivendo le sedute che si svolgono a Roma, nel suo studio privato di Trastevere, quattro volte a settimana, con centinaia di pazienti: “seduta di psicoterapia, nessun contratto né onorario, ciascuno si siede dove vuole, parla quando vuole, non conosco neppure il nome. Il mio rapporto è con la realtà umana degli altri. Non ci sono identità professionali, né sociali. Tutti uguali”. E questo da quarant’anni, senza sosta. “Da un gruppo psicotico ad una realtà di ricerca collettiva sulla mente senza coscienza. Dopo quaranta anni hanno detto quasi tutti: ‘mi è passata la depressione’”.

L’analisi collettiva è stata spesso al centro dell’attenzione, e anche delle polemiche, per un’esperienza che è stata discussa dai suoi detrattori più per la presunta deriva settaria intorno alla figura carismatica dello stesso Fagioli che per l’effettivo valore scientifico della sua teoria. Ma lo psichiatra non si scompone. “Alcuni giornalisti e ‘psicoanalisti’ mi hanno insultato e diffamato per decenni. Adesso sembrano più calmi”.

Piuttosto, meglio soffermarsi sulle peculiarità della teoria scientifica. “Il pensiero che non trova riscontro né in psichiatria, né in filosofia è nella parola pulsione. È la realtà non materiale (pensiero) che emerge dalla realtà biologica per lo stimolo della luce. È stata sempre vista la distruzione, mai la sparizione”, spiega Fagioli. Che aggiunge: ”Rendere non esistente è vero quando si riferisce alla realtà mentale che è realtà non materiale. È anaffettività e delirio quando si riferisce alla realtà materiale. La negazione è il pensiero per immagini del sonno in cui è falsata la figura di ciò che è stato percepito. Non è rifiuto, non è rimozione che è spostamento nello spazio di una realtà materiale, non è menzogna che è pensiero cosciente”. Da qui, in estrema e approssimativa sintesi, il fulcro della teoria di Fagioli: la nascita umana è fisiologicamente sana e, nel caso in cui le situazioni avverse relazionali avessero determinato la malattia mentale, c'è la possibilità di recuperare o creare, con la psicoterapia, quella originaria capacità di immaginare e di far sparire le proprie dimensioni malate.

Storicamente, quasi fisiologicamente, legata alla sinistra, l’analisi collettiva di Fagioli sembra oggi orfana di un riferimento politico. Uscito di scena l’ex leader di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti, finita la parentesi dell’avvicinamento all’idea di Pd di Pierluigi Bersani, è difficile, se non impossibile, rintracciare un nuovo referente. Tanto che Fagioli, alla domanda se esista oggi un interlocutore che possa meritare la sua fiducia, risponde con un “No” secco.

In bilico tra politica e ricerca, tra cultura e psichiatria, Fagioli accetta anche di puntualizzare la propria posizione su temi che in passato lo hanno visto al centro di un dibattito animato: rapporto uomo-donna, omosessualità, rapporto Stato-Chiesa. “La verità umana sta nel rapporto tra uguali e diversi=uomo-donna. Non è la procreazione. La sessualità è funzione dell’identità: uomo o donna, non solo fisica ma mentale perché è rapporto con il diverso ed, in verità, sconosciuto nella sua realtà del pensiero senza coscienza”, spiega. In questo contesto, “non c’è l’omosessuale perché la sessualità non è identità. Coloro che si definiscono omosessuali sono esseri umani, cittadini uguali agli altri. Hanno quindi diritti uguali agli altri, compreso il matrimonio. Nella costituzione non c’è scritto che deve essere tra uomo e donna”.

Ma per ottenere diritti civili per tutti, servirebbe uno Stato veramente laico. “Da una vita attendo uno stato veramente laico in cui religione e sessualità siano scelta privata, individuale. Sempre deluso, sembra difficile che possa esistere in Italia”. Secondo Fagioli, “la direzione della politica dettata dalla chiesa è evidente a tutti e, purtroppo, ha il consenso della maggioranza”. E quindi lo psichiatra si chiede: “Passerà il pensiero del rapporto interumano basato su uguali e diversi insieme?”. La risposta è una sintesi efficace: “Nella società dovrebbe dominare l’uguale: tutti sani, intelligenti, onesti. Nel privato il rapporto uomo donna è rapporto tra due diversità umane”.

Se ne parla anche oggi, alla Sapienza, nell’Aula Magna dell’Università, dove sono previsti, tra gli altri, gli interventi dello psichiatra Luigi Cancrini, del filosofo Giacomo Marramao, del giornalista scientifico Pietro Greco e dell’economista Ernesto Longobardi.

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