''Il cammino dell'Appia è un grande progetto nazionale su cui stiamo lavorando. Ho già sentito i presidenti delle quattro regioni attraversate dall'Appia e il 14 ottobre ci incontreremo sulla base delle norme dell'art bonus che ci consente di dare unità di gestione ai progetti che attraversano più regioni ''. Lo ha detto il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, intervenendo oggi, presso il complesso di Capo di Bove a Roma alla presentazione del Cammino dell'Appia 'Regina Viarum' che prevede la valorizzazione dell'antico tracciato che collegava Roma con Brindisi. ''La via Appia -ha proseguito Franceschini- unisce territori in cui non arrivano turisti stranieri, rivaluta il Mezzogiorno e recupera un patrimonio archeologico unico. Crediamo nel tema dei percorsi sia sotto il profilo del turismo sostenibile e lento sia sotto il profilo della rivalutazione dei luoghi meno conosciuti. Stiamo investendo -ha concluso Franceschini- nel Mezzogiorno e la via Appia tiene insieme tutte queste cose. E' un percorso che unisce, da riscoprire''.
Il progetto della Via Appia prevede la valorizzazione e la tutela dell'antico tracciato. Nel dettaglio, la prima fase del piano ha l'obiettivo di individuare le opere necessarie per consegnare il cammino della Regina Viarum alla piena fruizione turistica. Il progetto, come ha sottolineato il segretario generale del Mibact, Antonia Pasqua Recchia, si basa sul "rammendo di pezzi di territorio e paesaggi straordinari" e sul recupero "di paesaggi brutti che vanno riqualificati e ricondotti ad una fruizione culturale, turistica che genera anche un aumento della coscienza civica e della partecipazione". I punti essenziali del recupero della Via Appia, ha detto il segretario generale del Mibact, sono essenzialmente due. Si interverrà "lungo questo percorso. Non sono necessari grandi interventi ma azioni concordate che riguardano la segnaletica, la messa in sicurezza, la ricucitura dei tratti antichi non più percorribili perché sovrastati dal tracciato moderno". Accanto a quest'opera di riqualificazione c'è inoltre, ha spiegato Recchia, "l'intervento massivo, che richiede risorse importanti, sui grandi attrattori dell'Appia, dal basso Lazio in poi". Monumenti che, in alcuni casi, "sono dell'età successiva alla realizzazione dell'Appia. Penso all'intervento che faremo su Capua, che non riguarderà soltanto l'Anfiteatro Campano, ma anche il Castello di Carlo V".
Intorno al progetto, inoltre, verrà messa in campo una strategia, fondata su "bandi mirati per sollecitare l'imprenditoria soprattutto giovanile", ha spiegato Recchia. Un'azione per sviluppare nuovi servizi, da quelli tecnologici a quelli legati alla fruizione culturale dei luoghi attraversati dalla Regina Viarum. Il progetto, presentato alla presenza tra l'altro del soprintendente al Colosseo, al Museo Nazionale Romano e all'Area Archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, a Rita Paris soprintendente dell'Appia e al direttore di Repubblica, Ezio Mauro, nasce dalle suggestioni suscitate dal recente viaggio che il giornalista di Repubblica, Paolo Rumiz, ha compiuto lungo il percorso dell'antica via Appia, da Roma a Brindisi. Il viaggio, 'Alla ricerca dell'Appia perduta', è stato raccontato a puntate sul quotidiano romano. "Il cammino di Santiago - ha detto Rumiz - ha solo una direzione, quella percorsa dai pellegrini verso il sepolcro di San Giacomo; l'Appia funziona nei due sensi: andando verso Brindisi è laica e politica. Nell'altro senso, da Brindisi a Roma, percorso da San Paolo e da San Pietro, la via Appia diventa una via 'religiosa' sulla quale si fonda l'identità cristiana dell'Europa". Una strada 'perfetta' che all'epoca dei romani era di 530 chilometri, saliti ora 611 a causa delle deviazioni subentrate con l'età moderna.