Il circuito arabo-normanno di Palermo e delle cattedrali di Monreale e Cefalù è entrato nella lista dell'Unesco come patrimonio dell'Umanità per il suo "sincretismo culturale". "Da palermitano e da presidente della Commissione italiana per l'Unesco, sono sempre stato molto riservato nei miei giudizi su questo riconoscimento proprio in ragione del mio ufficio. Ora finalmente a pratica conclusa posso esprimere tutta la mia gioia", è il commento a caldo di Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco.
"È un riconoscimento importante per almeno due motivi - prosegue Puglisi - Innanzitutto perché finalmente un sito veramente unico al mondo entra nella lista dell'Unesco e diventa patrimonio dell'Umanità. Secondo motivo, perché è un modo di valorizzare la parte migliore delle città di Palermo, di Monreale e Cefalù. Queste sono occasioni in cui la qualità della cultura si incrocia con la qualità della vita; e dà un'immagine bella e positiva dei luoghi che raccolgono questi patrimoni".
Per la Sicilia si tratta del settimo riconoscimento, che fa dell'Isola la regione italiana con il più alto numero di siti Unesco insieme alla Lombardia. "Con questo riconoscimento comincia bene la nuova serie italiana: con cinquanta siti Unesco abbiamo chiuso la prima serie; ora con il 51esimo comincia la nuova. Questo riconoscimento - conclude Puglisi - è anche un grande messaggio di bellezza e di pace, che dalla Sicilia arriva al mondo".
"Questo riconoscimento è un motivo d'orgoglio ed è una grande gioia per Palermo e i palermitani, ma anche per tutti i siciliani", commenta il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, presidente del comitato di Pilotaggio del sito 'Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale".
"L'inserimento dell'itinerario arabo normanno nell'elenco dei siti Unesco che sono considerati patrimonio mondiale dell'umanità, con ben sette monumenti su nove a Palermo - aggiunge Orlando - è la conferma internazionale della bellezza e grandezza culturale, artistica e storica di questa città, patrimonio di tutti e di ciascuno e sarà certamente volano di sviluppo turistico e nuova economia per Palermo e per tutta la Sicilia".
"Esprimo la mia soddisfazione, a nome dell'intera Amministrazione comunale, che ha lavorato alacremente e per diversi mesi per raggiungere questo prezioso risultato - prosegue il primo cittadino -. Continueremo ad impegnarci per proteggere e custodire questo patrimonio, affinché possa essere tramandato intatto alle generazioni future".
Orlando ha anche sottolineato l'importanza di questo riconoscimento che arriva "in un momento in cui il fondamentalismo islamico compie stragi e vorrebbe portarci ad uno scontro di civiltà, perché ci ricorda che culture e religioni diverse, come quella araba, normanna e bizantina, possono convivere insieme, influenzandosi e contaminandosi reciprocamente, così come accadeva nel passato, e così come accade oggi a Palermo, città della pace e del dialogo fra i popoli e dove lo scorso marzo abbiamo firmato la Carta di Palermo, al termine del convegno internazionale 'Io sono persona, dalla migrazione come sofferenza alla mobilità come diritto'. Le istituzioni comunitarie riflettano sul profondo messaggio che scaturisce da questa scelta dell'Unesco".
L'itinerario arabo-normanno, che ha avuto il riconoscimento Unesco, è costituito da nove monumenti, di cui sette solo a Palermo, come il Palazzo Reale con la cappella Palatina, la chiesa di San Giovanni degli Eremiti e quella di Santa Maria dell'Ammiraglio (nota come chiesa della Martorana), la chiesa di San Cataldo, la cattedrale di Palermo, il palazzo della Zisa, ponte dell'Ammiraglio. Gli ultimi due sono le cattedrali, con i rispettivi chiostri, di Cefalù e Monreale.
Fanno parte del Comitato di pilotaggio, che martedì si riunirà a Palermo per affrontare le tematiche legate al piano di gestione dei siti, i comuni di Palermo, Monreale e Cefalù, l'assessorato regionale dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana, la Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, la Fondazione Sicilia, la Fondazione Federico II, l'Assemblea regionale siciliana, il Mibact, il ministero dell'Interno fondo edifici di culto - prefettura di Palermo, le Arcidiocesi di Palermo, Monreale e Cefalù, l'Eparchia di Piana degli Albanesi.