Dal 5 giugno al 27 settembre, nelle sale e negli spazi esterni dell'antico castello cittadino sarà allestita una personale dedicata al Salento, con grandi installazioni site-specific: nella Piazza d'Armi il 'Terzo Paradiso', con un grande ceppo di ulivo ultrasecolare dentro al quale germoglierà un ulivo neonato, segno di 'soluzione e rinascita' a fronte dell'epidemia che colpisce gli ulivi pugliesi
Michelangelo Pistoletto si prepara ad animare il Castello di Gallipoli con una personale dedicata al Salento. Dal 5 giugno al 27 settembre, nelle sale e negli spazi esterni dell'antico maniero, sarà possibile ammirare le opere del pittore e scultore, esponente della Pop Art, nonché animatore e protagonista del movimento dell'Arte Povera. La mostra, a cura di Manuela Gandini, è prodotta dall'agenzia di comunicazione Orione in sinergia con l'amministrazione comunale.
Per Gallipoli, l'artista biellese ha ideato grandi installazioni site-specific, che stimoleranno simbolicamente lo spazio di relazione tra le persone e la storia, riconnettendo il passato al presente. Nella Piazza d'Armi vi sarà il 'Terzo Paradiso', al cui centro verrà posto un grande ceppo di ulivo ultrasecolare dentro al quale germoglierà un ulivo neonato. L'opera del maestro è dedicata al Salento come segno di 'soluzione e rinascita' a fronte dell'epidemia batterica di Xylella che colpisce gli ulivi pugliesi. La Xylella, e tutte le sue implicazioni, saranno lette da Pistoletto attraverso le lente della 'trasformazione e della guarigione'.
Nella sala ennagonale sarà installato invece un labirinto di cartone, con al centro il tavolo specchiante 'LoveDifference', a forma di Mar Mediterraneo, circondato da sedie provenienti dalle culture che si affacciano al Mare Nostrum. In un'altra sala espositiva vi saranno i 'Quadri Specchianti' e il 'Segno Arte', frutto di sperimentazioni iniziate negli anni sessanta, attraverso l'impiego di numerosi materiali e tecniche, e con l'intento di coinvolgere attivamente lo spettatore nell'opera. La personale di Pistoletto, pensata per Gallipoli, contiene evidenti valenze simboliche che riguardano la vita sociale nel suo più alto momento di crisi.