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Aaron Engl trovato semi decapitato a Bolzano, non fu omicidio

Secondo gli inquirenti il giovane boscaiolo trovato morto nell'agosto scorso si colpì da solo per errore con la motosega dopo aver assunto allucinogeni a un rave

Il tribunale di Bolzano - Fotogramma
Il tribunale di Bolzano - Fotogramma
05 maggio 2025 | 14.59
LETTURA: 3 minuti

Nessun omicidio. Si sarebbe semi decapitato da solo il 24enne Aaron Engl ritrovato cadavere la mattina del 18 agosto scorso a Bolzano. E' la conclusione a cui è giunta la Procura dopo che dalle indagini è emerso che la vittima, boscaiolo professionista, la sera precedente era andato a un rave party a Barbiano assieme ad amici e parenti dove aveva assunto droghe.

La morte del giovane sarebbe quindi stata causata da un incidente, un gesto autonomo del ragazzo presumibilmente correlato al grave stato di alterazione derivante dall’assunzione di sostanze allucinogene.

Il malore al rave

Dalle sommarie informazioni assunte, si legge in una nota della Procura, è emerso che durante la serata al rave avevano tutti consumato sostanze stupefacenti di vario tipo. Il 24enne si era sentito male, comunicando il proprio stato a diverse persone. Successivamente, dopo essersi separato dagli amici, davanti alla porta di casa - sulla base degli accertamenti effettuati - si è recato da solo, a bordo della sua Mitsubishi Pajero nel cui bagagliaio erano ancora custodite le motoseghe che aveva utilizzato la mattina per lavoro, nella zona dove poi è stato ritrovato.

Non c'erano altri con lui

Nessuna delle altre utenze intestate agli amici o ai familiari, infatti, ha evidenziato un tragitto analogo a quello fatto dal cellulare di Engl, e trovato ancora in suo possesso, bensì sono tutte risultate localizzate in zone compatibili con le rispettive abitazioni. Anche gli accertamenti sul cellulare della vittima hanno confermato le dichiarazioni degli amici.

Le cause della morte

L’esame autoptico ha confermato l’assunzione di sostanze stupefacenti da parte del ragazzo. La causa della morte veniva invece ricondotta a uno 'shock neurogeno secondario a decapitazione incompleta' a cui è conseguito il decesso pressoché immediato. Quanto al mezzo che ha provocato il decesso, nessun dubbio sul fatto - scrivono gli inquirenti - che la lesione sia stata provocata dalla lama della motosega. Infatti, la motosega trovata vicino al cadavere era un attrezzo a uso professionale per uso forestale, compatibile con il tipo di ferita riscontrata.

La dinamica dell'incidente

Con riferimento alla dinamica della morte, il consulente, tenuto conto delle altre abrasioni rinvenute sul cadavere a livello della spalla sinistra, del fianco sinistro e dell’emitorace di destra e dell’imbrattamento ematico dei vestiti, concludeva nel senso che fosse altamente probabile che il 24enne avesse appoggiato la lama della motosega accesa sulla spalla sinistra e che, in tale contesto, fosse avvenuta l’attivazione dell’acceleratore e del relativo blocco di comando, posti entrambi sull’impugnatura, con conseguente azione della catena.

Circa la natura del gesto, il medico legale ha ritenuto verosimile l’ipotesi di un evento di natura accidentale, tenendo conto che le sostanze che aveva assunto hanno proprietà allucinatorie con effetti della durata anche di svariate ore. Non solo. Le tracce ematiche rilevate sull’auto, sulla motosega, sul cadavere e sugli indumenti, sempre secondo le analisi biologiche e genetiche condotte dal Ris di Parma, erano riconducibili unicamente al Dna di Engl, non essendo stati rinvenuti profili di altre persone.

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