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Armi nucleari in Bielorussia, Ue: nuove sanzioni per Russia

Borrell: "Escalation irresponsabile e minaccia alla sicurezza europea". Appello Ucraina all'Onu

Vladimir Putin e il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko - (Fotogramma)
Vladimir Putin e il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko - (Fotogramma)
26 marzo 2023 | 17.48
LETTURA: 2 minuti

Il dispiegamento in Bielorussia di "armi nucleari russe significherebbe un'escalation irresponsabile e una minaccia alla sicurezza europea. La Bielorussia può ancora fermarlo, è una loro scelta". Lo scrive l'Alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell, annunciando che "l'Ue è pronta a rispondere con ulteriori sanzioni" nei confronti del paese guidato da Vladimir Putin.

L'annuncio del presidente russo ha ovviamente provocato la reazione ucraina: Kiev chiede una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. "L'Ucraina - fa sapere il ministero degli Esteri - si aspetta azioni effettive per reagire al ricatto nucleare del Cremlino da parte del Regno Unito, della Cina, degli Stati Uniti e della Francia (4 dei 5 membri permanenti del Consiglio, l'altro è la Russia, ndr). Chiediamo che sia convocato immediatamente a questo scopo un incontro d'emergenza del Consiglio di sicurezza".

Anche la Polonia ha condannato il dispiegamento di armi nucleari in Bielorussia: "Condanniamo questa intensificazione della minaccia alla pace in Europa e nel mondo", ha detto un portavoce del ministero degli Esteri a Varsavia, secondo l'agenzia di stampa polacca Pap.

"Con questa mossa, il presidente russo Vladimir Putin mira a intimidire i paesi che sostengono l'Ucraina", ha scritto su Facebook il ministro della Difesa lituano Arvydas Anusauskas, secondo cui non dovrebbero esserci reazioni particolari ai piani del Cremlino di trasferire armi nucleari nella vicina Bielorussia. "La difesa di un paese della Nato contro la minaccia delle armi nucleari - ha spiegato - è garantita, indipendentemente dal fatto che queste armi siano di stanza a ovest dei nostri confini, a Kaliningrad, a est, in Bielorussia, o a nord, a Leningrado".

"Questo decisione - ha aggiunto il ministro - mostra soltanto i timori di Putin di un rafforzamento delle forze NATO sul suo fianco orientale in risposta alla sua guerra contro l'Ucraina".

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