L'ennesimo scempio al patrimonio storico della Siria è stato commesso dai jihadisti dell'organizzazione dello Stato islamico (Is). In un video diffuso dall'agenzia dell'Is 'Amaq', un miliziano distrugge delle statue e dei manufatti di epoca romana che dice essere state rinvenute nel sito di al-Salhiye, ossia Dura Europos, nei pressi di al-Bukamal, nella provincia di Deir Ezzor, al confine tra Siria e Iraq.
Nel video, che dura circa un minuto e mezzo, il jihadista spiega che il comitato per la sharia dell'organizzazione ha preso questa decisione poiché "si tratta di idoli realizzati per essere adorati al posto di Dio" e precisa che i reperti sono stati rinvenuti a Salhiye, che "fa parte della Wilaya dell'Eufrate", con riferimento alla suddivisione geografica delle province del sedicente 'califfato'.
Il sito Dura Europosì, che sorge sul fiume Eufrate, si estende su una superficie di circa 150 ettari, risale all'ottavo secolo avanti Cristo e divenne un importante centro economico alla luce della sua posizione sulla Via della Seta e della sua vicinanza al fiume Eufrate. All'interno del sito si trovano templi, edifici, case e numerosi reperti. Non è la prima volta che l'Is si accanisce contro il patrimonio archeologico nei territori sotto il suo controllo, tanto in Siria che in Iraq. Nella città di Tedmor, l'antica Palmira, le immagini satellitari hanno confermato le vaste distruzioni causate dai jihadisti al famoso sito di epoca romana, che è Patrimonio dell'umanità dell'Unesco.