
Il Pkk è tornato a dispiegare suoi miliziani in Turchia e riprenderà la lotta armata se continuerà l'uccisione di curdi da parte dello Stato islamico (Is) nella città siriana di Kobane. Lo ha annunciato uno dei leader dell'organizzazione, Cemil Bayik, sottolineando il suo pessimismo circa i colloqui tra il Pkk e il governo di Ankara. ''Se i combattimenti continuano in questo modo, i guerriglieri (del Pkk, ndr) combatteranno per difendere il nostro popolo. Il principale compito dei guerriglieri è di difendere la popolazione'', ha detto Bayik.
Nel maggio del 2013 un gruppo di militanti del Pkk aveva dato il via a un ritiro simbolico dalla Turchia nell'ambito dei negoziati mirati a risolvere la questione curda. ''Siccome il governo continua a dispiegare soldati nell'est e nel sudest, abbiamo deciso di agire'', ha detto l'esponente del Pkk definendo ''una dichiarazione di guerra'' contro i militanti curdi la mozione approvata dal Parlamento turco con cui si autorizza l'invio di truppe in Siria e in Iraq per combattere lo Stato islamico.