I cristiani di al-Hasakeh, nel nord-est della Siria, "sono in fuga poiché temono la minaccia degli estremisti islamici". E' questa la testimonianza di Jamil Diarbakerli, presidente dell'Organizzazione assira democratica in Siria, che ha sede a Istanbul, in Turchia.
I cristiani di al-Hasakeh, nel nord-est della Siria, "sono in fuga poiché temono la minaccia degli estremisti islamici". E' questa la testimonianza di Jamil Diarbakerli, presidente dell'Organizzazione assira democratica in Siria, che ha sede a Istanbul, in Turchia. In un'intervista ad Aki-Adnkronos International, Diarbakerli spiega che "l'incubo di quanto accaduto a Mosul", dove i miliziani dello Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isil) hanno annunciato il 'califfato', "incombe sulla popolazione cristiana di al-Hasakeh".
"I cristiani se ne sono andati in massa lasciando le loro case e le loro terre, che furono il nucleo centrale da cui si sviluppò la città di al-Hasakeh", denuncia l'attivista, che critica "il silenzio internazionale e arabo" rispetto al proliferare dei gruppi estremisti nella regione.
Diarbakerli ricorda i recenti "tentativi da parte dell'Isil di prendere il controllo della città, che è un modello di convivenza tra le sue varie componenti" e condanna "i crimini commessi a Mosul" dai suoi miliziani. Domenica l'Isil ha preso il controllo di una posizione dell'esercito regolare siriano nella città di al-Hasakeh.
L'attivista ha quindi lanciato un appello "alla comunità internazionale e a tutti i Paesi del mondo, chiedendo che si assumano le loro responsabilità umane, giuridiche, storiche e morali in questo difficile momento per i popoli della regione e per quello cristiano in particolare, che fa fronte agli atti criminali dell'Isil e degli altri gruppi estremisti". "Chi tace o distoglie lo sguardo da questi crimini - conclude - ne è complice e responsabile".
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