La furia dei miliziani jihadisti dello Stato Islamico (Isil) continua ad abbattersi contro le tombe dei profeti a Mosul, la città dell'Iraq settentrionale caduta il mese scorso nelle loro mani.
La furia dei miliziani jihadisti dello Stato Islamico (Isil) continua ad abbattersi contro le tombe dei profeti a Mosul, la città dell'Iraq settentrionale caduta il mese scorso nelle loro mani. Nelle ultime ore, gli estremisti hanno infatti fatto saltare in aria la moschea dove sorgeva la tomba del profeta Seth, una delle più antiche della città, risalente al 1057.
Testimoni oculari, citati dal sito d'informazione Iraqi News, hanno affermato che "i terroristi hanno posizionato l'esplosivo all'interno della moschea di Seth e l'hanno fatta esplodere provocando gravi danni". Il luogo di culto, che è situato in una zona centrale e molto popolata di Mosul, era chiuso da mesi per restauro.
Già nei giorni scorsi i miliziani dell'Isil avevano distrutto moschee e luoghi di culto sciiti a Mosul, Talafar e Kirkuk. Sempre a Mosul sono state rase al suolo le tombe di altri due profeti, quella di Giona, nella zona orientale della città, e di Daniele. Le immagini dell'esplosione della tomba di Giona hanno fatto il giro del web.
Come hanno spiegato fonti della formazione sunnita al sito Ankawa, alla base del gesto c'è la convinzione dell'Isil che "secondo l'Islam devono essere distrutti tutti i monumenti funebri che sono stati eretti al di sopra del terreno. Perciò - dichiarano - tutte queste tombe vanno distrutte totalmente perché costruite contro la volontà del profeta Maometto".
Secondo l'archeologo Saadallah Hamid la tomba del profeta Giona rappresentava uno dei monumenti più antichi di Mosul. "La moschea e il monumento funebre risalgono agli inizi del XIX secolo - ha spiegato - ed erano costruiti su un monastero siro-antiochieno molto più antico. L'esplosione - ha concluso - ha fatto emergere dei portoni nascosti sui quali sono incise frasi in aramaico".
La furia dell'Isil contro le tombe dei profeti ricorda quella dei ribelli salafiti di Ansar Eddine nel nord del Mali, che nel 2012 fecero saltare in aria antiche tombe di Timbuctù, patrimonio mondiale dell'Unesco. In particolare gli estremisti di Ansar Eddine si scagliarono contro le tombe dei santi sufi, sostenendo che si trattava di edifici che alimentavano l'idolatria e che deviavano dalla "retta via".