Almeno 160.000 cristiani sono stati costretti a fuggire da Mosul, la seconda città più grande dell'Iraq, da quando i jihadisti dello Stato islamico (Is) hanno preso il controllo della zona. E' il bilancio di Emad Yukhana, deputato cristiano iracheno, che ha rilasciato un'intervista al sito indipendente Almada Press.
"Le famiglie cristiane sono state disperse dalla città a causa delle violenze e delle minacce di morte dei gruppi terroristici", ha detto il parlamentare. Dopo la conquista di Mosul, l'Is ha sequestrato le case dei cristiani e ha intimato loro di convertirsi o pagare una tassa per essere protetti. L'alternativa è l'uccisione.
Secondo Yukhana, solo pochi paesi europei si sono fatti carico di questa emergenza, accogliendo i profughi cristiani. "La maggior parte di loro ha trovato rifugio nel Kurdistan", ha spiegato. Prima dell'invasione americana del 2003, in Iraq c'erano circa 1,2 milioni di cristiani. Il dato è andato progressivamente calando e oggi non si contano più di 500.000 cristiani in tutto il paese.