L'ex presidente egiziano il 21 maggio scorso era stato condannato a tre anni di carcere per appropriazione indebita di milioni di dollari di fondi pubblici
E' da rifare il processo all'ex presidente egiziano Hosni Mubarak, con il quale il 21 maggio era stato condannato a tre anni di carcere per appropriazione indebita di milioni di dollari di fondi pubblici. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione del Cairo riscontrando vizi procedurali nel primo processo. Al momento non è chiaro se l'ex raìs, 86 anni, a questo punto uscirà dal carcere.
Con la stessa accusa i figli di Mubarak, Gamal e Alaa, erano stati condannati a quattro anni di carcere. A maggio un tribunale del Cairo aveva infatti riconosciuto l'ex presidente colpevole di aver sottratto fondi pubblici per un valore di 100 milioni di lire egiziane, ovvero 14 milioni di dollari, destinati alla ristrutturazione dei palazzi presidenziali. Secondo l'accusa, Mubarak e i suoi due figli avevano utilizzato il denaro per i loro uffici e loro residenze private.
La Corte di Cassazione del Cairo aveva già annullato per vizi procedurali il processo che nel giugno 2012 aveva condannato Mubarak all'ergastolo per omicidio di manifestanti antigovernativi durante gli incidenti della rivoluzione del 25 gennaio 2011. Il nuovo processo è culminato il 29 novembre scorso con l'assoluzione dell'ex presidente egiziano, così come del suo ex ministro dell'Interno, Habib El-Adly, e di alcuni ex capi dei servizi segreti.
In quell'occasione Mubarak e i figli Alaa e Gamal sono stati assolti anche dalle accuse di corruzione e di guadagni illeciti mosse contro di loro nell'ambito di un'inchiesta sulla presunta vendita di gas naturale ad Israele a prezzi inferiori a quelli di mercato.