Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato le persecuzioni contro i cristiani nel nord dell'Iraq, sottolineando che i provvedimenti adottati dallo Stato Islamico (Isil) contro le minoranze religiose potrebbero essere considerati crimini di guerra.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato le persecuzioni contro i cristiani nel nord dell'Iraq, sottolineando che i provvedimenti adottati dallo Stato Islamico (Isil) contro le minoranze religiose potrebbero essere considerati crimini di guerra.
Il Consiglio, con una dichiarazione approvata all'unanimità, ha condannato "la sistematica persecuzione di membri di minoranze e di quanti in Iraq rifiutano l'ideologia estremista dell'Isil e dei gruppi armati associati". "I membri del Consiglio di Sicurezza - prosegue la dichiarazione - ribadiscono che i diffusi e sistematici attacchi diretti contro i civili a causa della loro etnia, del loro credo religioso o della loro fede potrebbero costituire un crimine contro l'umanità".
Nei giorni scorsi l'Isil ha ordinato a tutti i cristiani di Mosul, città dell'Iraq settentrionale, di scegliere tra il pagamento della jizya, ossia la tassa di protezione dovuta dai non musulmani secondo la sharia, la conversione o l'abbandono della città. Molte chiese sono state attaccate e i crocifissi sono stati rimossi dalle facciate, mentre le case dei cristiani sono state segnate con la N di "nasara" (cristiani in arabo).