Il coordinatore scientifico di salute e sicurezza sul lavoro Stefano Massera: "La mancanza di sicurezza sul lavoro è l'espressione nefasta di una serie di problemi: la riduzione delle disponibilità economiche, la cultura dell'illegalità e dei subappalti, il lavoro nero, la crisi economica"
Infortuni, prevenzione, sicurezza. Questi i temi che verranno affrontati al Safety Expo 2023, la fiera nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro e sulla prevenzione incendi, che si terrà nei prossimi 20 e 21 settembre a Bergamo Fiera. L'evento, organizzato da Epc Periodici in collaborazione con le riviste 'Antincendio' e 'Ambiente & Sicurezza sul lavoro' e con l’Istituto Informa, dal 2016 dà il suo contributo per rafforzare in Italia la cultura della sicurezza volta a ridurre gli infortuni sul lavoro.
"Verrà dato ampio spazio - dice in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia Stefano Massera, coordinatore scientifico di salute e sicurezza sul lavoro del Safety Expo - al settore insieme a esperti e rappresentanti istituzionali. E' un appuntamento che chiama al confronto diretto istituzioni e associazioni. Una due giorni divenuta di anno in anno sempre più attesa e partecipata, come dimostrano i dati registrati nell’edizione 2022: oltre 10mila iscritti, 270 aziende espositrici, 100 eventi fra convegni, seminari, corsi di formazione e addestramento pratico. E le iscrizioni, ad oggi, mostrano un ulteriore incremento degli espositori e dell’offerta di soluzioni tecniche e di prodotti innovativi del mercato dell’antinfortunistica e dell’antincendio".
"Saranno presenti - spiega - aziende che fanno sicurezza sul lavoro e tutto il mondo che supporta l'industria nelle misure di prevenzione. Possiamo dire che la fiera è divisa in due: c'è il padiglione antincendio e il padiglione salute e sicurezza. Al momento, è la fiera più grande d'Italia su questo tema e per noi è importante mettere in contatto tutti coloro che fanno parte della sicurezza del lavoro, soggetti diversi che noi riusciamo a mettere attorno allo stesso tavolo: dall'imprenditore a chi fa i controlli, a chi produce scarpe a norma ad esempio. Le iniziative del Safety Expo convergono in un rinnovato concetto di lavoro che potremmo definire sostenibile e che è quello che si basa sulla cura delle persone, del presente e del futuro. Se il lavoro non fosse dignitoso, non sarebbe equo, non sarebbe sostenibile, non sarebbe sicuro. Il rinnovato concetto della sostenibilità colloca quello che facciamo da decenni in una visione ancora più ampia, ancora più attuale e non più rimandabile".
Per Massera, "quello della mancanza di sicurezza sul lavoro è l'espressione nefasta di una serie di problemi: la riduzione delle disponibilità economiche, la cultura dell'illegalità e dei subappalti, il lavoro nero, la crisi economica".
"Sono tutti fattori - osserva - che poi si catalizzano e si manifestano in questo fenomeno insopportabile. Si parla tanto di fare la cultura della sicurezza nelle scuole e poi si autorizzano catene di 4-5 subappalti. In realtà, c'è la cultura dell'individualismo e del profitto a tutti i costi, della riduzione dei tempi, della massimizzazione dei profitti. Tutti elementi, questi, che ci sono sempre stati, ma che ora, riducendosi i margini di manovra a causa della crisi, sono ancora più presenti e gravi, con la conseguenza della mancanza del rispetto delle regole e della legalità".
"Per noi addetti ai lavori - fa notare Massera - è una frase vuota dire che 'bisogna raggiungere l'obiettivo zero infortuni', perché se si vuole affrontare questo tema si deve ripartire dal lavoro nero, dal subappalto, dal codice degli appalti, dall'evasione fiscale. La stessa impennata di infortuni nel periodo del Superbonus 110% c'è stata perché nei cantieri sono stati messi una serie di soggetti impreparati. Infatti, se premiamo l'improvvisazione creiamo e alimentiamo il fenomeno infortunistico".
Massera interviene, poi, sull'incidente ferroviario di Brandizzo nel torinese: "Non possiamo parlare di mancanza di formazione. Questa è una tipologia infortunistica estremamente rara in Italia, perché siamo in presenza di un''operazione' disciplinata dalla legge in modo solido dagli anni '80".
"E' un incidente - rimarca - di carattere eccezionale pur nella sua gravità; mi preoccupano molto di più gli incidenti da caduta dall'alto, che sono diffusissimi sul territorio e all'ordine del giorno. Per questo, bisogna concentrarsi, oltre che sul settore ferroviario, sull'edilizia, fatta di una miriade di piccole e piccolissime ditte spesso impreparate e non strutturate per governare processi delicati come la sicurezza e la relativa formazione".
"Senza dimenticare - afferma - la mancanza degli organi di vigilanza che sono sempre di meno e che non riescono a presidiare il territorio e le singole aziende. E' importante sviluppare un atteggiamento di stigma sociale perché manca un approccio culturale di lavorare, bisogna prendersi i tempi che servono, in totale sicurezza, pianificando il lavoro con tutte le accortezze previste dalla legge".